Economia
Deliveroo sanzionata dal Garante: violazione della privacy di 8mila rider

Il colosso del food delivery finisce nel mirino del Garante: multa da 2,5 milioni di euro. La replica: "Tecnologia superata, abbiamo risolto"
Mancata trasparenza degli algoritmi utilizzati per la gestiopne dei rider, per l’assegnazione degli ordini, per la prenotazione dei turni di lavoro e “minuzioso” controllo sulla prestazione lavorativa: sono queste le motivazioni che hanno portato il Garante della privacy a multare con 2,5 milioni Deliveroo, il colosso del food delivery, accusat di “trattare in modo illecito i dati personali di 8.000 rider”. Dagli accertamenti effettuati anche presso la sede della società, che svolge attività di consegna di cibo e prodotti per mezzo di una piattaforma digitale, sono emerse infatti "numerose e gravi violazioni della normativa privacy europea e nazionale, dello Statuto dei lavoratori e della recente normativa a tutela di chi lavora con le piattaforme digitali".
La società, che a fine 2020 ha dichiarato di non utilizzare più il sistema di prenotazione dei turni, dovrà fornire ai rider "informazioni precise sul funzionamento del sistema di assegnazione degli ordini ed individuare misure per tutelare il diritto di ottenere l’intervento umano in grado di valutare compiutamente e, se del caso, correggere in modo sostanziale il funzionamento del sistema". Spetta all’azienda il compito di "verificare, con cadenza periodica, la correttezza dei risultati degli algoritmi per ridurre al massimo il rischio di effetti distorti o discriminatori". L’Autorità ha concesso a Deliveroo 60 giorni di tempo per correggere le violazioni riscontrate e ulteriori 90 giorni per completare gli interventi sugli algoritmi.
In risposta l’azienda britannica ha fatto sapere che la decisione del Garante della privacy si basa su una vecchia tecnologia non più in uso e che in quanto azienda di delivery ha già adottato misure correttive.
“Riconosciamo la grandissima importanza della conformità alla normativa sulla protezione dei dati. L’economia on-demand è un settore in forte sviluppo, ha dichiarato l’azienda. “Crediamo fortemente nella collaborazione franca e trasparente con le istituzioni italiane, come il Garante per la Protezione dei Dati Personali, in aree che sono soggette a cambiamenti molto rapidi”, ha spiegato Deliveroo.
"Abbiamo lavorato a stretto contatto con il Garante durante le indagini – ha proseguito Deliveroo - e crediamo che le conclusioni dell’Autorità non rappresentino il modo in cui Deliveroo oggi lavora con i rider. Si basano su un vecchio sistema per la prenotazione delle sessioni che è stato dismesso nel 2020. Attualmente stiamo valutando i prossimi passi e tutte le opzioni disponibili, compreso il ricorso. Ci siamo impegnati a mantenere i più alti standard in materia di privacy: oggi disponiamo di solide procedure per garantire che i nostri processi siano corretti e che tutti i dati personali siano al sicuro".
"Deliveroo - ha concluso la nota- è certa che siano state prese misure correttive appropriate e che le questioni sollevate, di conseguenza, non rappresentino più un problema. La società continuerà a collaborare con il Garante, ove opportuno, con franchezza e trasparenza".