Economia
Deragliamenti, la proposta: "Il rilevatore sia obbligatorio su tutti i treni"

I familiari delle vittime dell'incidente di Viareggio propone all'Agenzia Ue di mettere sui carri il meccanismo che evita che il treno svii dai binari
Rilevatore di deragliamento obbligatorio, un modo per fermare la piaga degli incidenti gravi nell'Ue
Mettere i rilevatori di deragliamento obbligatori sui treni merci. Questa la richiesta fatta all'Agenzia dell'Unione Europea per le ferrovie (Era) da parte dell'associazione dei familiari delle vittime dell'incidente ferroviario di Viareggio Il Mondo che Vorrei, avvenuto il 29 giugno del 2009.
Il 17 giugno scorso, l'Era ha chiuso le consultazioni in cui le parti sociali potevano proporre modifiche su questioni che possono avere un impatto diretto sul contesto sociale o sulle condizioni di lavoro ferroviarie.
L'associazione Il Mondo che Vorrei dei familiari delle vittime dell'incidente di Viareggio – il cui processo di appello bis sta volgendo alla conclusione a ben 13 anni dall'accaduto - ha presentato domanda di far diventare obbligatorio su tutti i merci che transitano in Europa i rilevatori di deragliamento, un meccanismo che fa frenare automaticamente il treno in caso di movimenti anomali dello stesso sulle rotaie.
Se la proposta avesse il via libera, i rilevatori entrerebbero poi in vigore entro 12 mesi dalla sua accettazione per i treni che portano sostanze pericolose ed entro 24 mesi per tutti i treni merci. Un modo per aumentare la sicurezza su tutta la linea ferroviaria europea. Che, stando alle statistiche, non fa proprio dormire sogni tranquilli.
Più di 100 incidenti al mese nell'Unione europea
Sono stati 1331 gli incidenti significativi avvenuti sulla rete ferroviaria europea nel 2020, circa 111 al mese. È quanto evidenziato nel rapporto “Report on Railway Safety and Interoperability in the EU 2022” fatto dall'Era.
Nel rapporto si legge che Spagna e Grecia sarebbero le peggiori rispettivamente al numero di passeggeri che hanno perso la vita nell'ultimo decennio – gli iberici, anche a causa dell'incidente di Santiago de Compostela del 2013 dove persero la vita 80 persone – e per gli incidenti mortali nell'ultimo biennio rispetto ai milioni di chilometri percorsi. Chi invece avrebbe registrato un netto peggioramento delle condizioni di sicurezza è la Slovacchia.
Andando nello specifico per quanto riguarda l'Italia, nel rapporto annuale di Ansfisa, l'Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie e delle infrastrutture stradali e autostradali, si legge che nel 2020 “si è rilevato un incremento del numero degli incidenti significativi (da 75 registrati nel 2019 - valore più basso degli ultimi 10 anni - a 89 nell’anno 2020). In ogni caso, il valore registrato nel 2020 è inferiore a quello registrato negli anni dal 2011 al 2018 ed è allineato con il valore medio degli ultimi 10 anni in relazione al volume di traffico”.
Se nell'ambito degli incidenti più gravi l'Italia rientra nella fascia medio-alta rispetto alla sicurezza nei paesi europei, i cosiddetti incidenti precursori avvenuti tra il 2016-2020 - come guasti alla segnaletica, rotaie, ruote o assi rotti e via dicendo - vedono invece infaustamente primeggiare il nostro paese.
Tra gli stati europei se ne sono contati più di 12mila. Sono uno strumento di monitoraggio: si è calcolato che ogni 7 incidenti precursori ne avviene uno significativo. Su quest'ultima voce, va anche detto che, come si legge nel rapporto dell'Era “i dati potrebbero non essere ancora del tutto comparabili tra gli stati per cui è necessaria cautela. Non sono rari i casi di sotto-segnalazione”.
“Lo chiediamo all'Europa”
A seguito del deragliamento di un vagone cisterna avvenuto il 1 settembre 2017 a Briga, la successiva inchiesta del Sisi (Servizio d’inchiesta svizzero sulla sicurezza) ha portato all'aumento delle misure di sicurezza in Svizzera. Dalla fine del 2018 ad esempio sui treni merci che trasportano cloro in territorio elvetico – che ricordiamo non fa parte dell'UE – devono esserci anche i rilevatori di deragliamento, chiamati anche antisvio.
Un meccanismo che non impedisce direttamente il deragliamento ma fa attivare immediatamente la frenata di emergenza che blocca il treno se rileva movimenti anomali. Per capirsi, si comporta come i vecchi flipper: se questi venivano mossi troppo, andavano in tilt e si fermavano.
Un dispositivo già presente su molti treni svizzeri che varcavano i confini già nel 1999 ma non presente sulla maggioranza dei merci che circolano in Europa. Nell'UE infatti non è obbligatorio. Considerando che oggi tante stazioni europee sono ormai automatizzate e prive di un capostazione che potrebbe segnalare anomalie e che i viaggi delle merci tra stati sono all'ordine del giorno, la sua mancanza potenzialmente espone ogni singola città a rischi.
“Oggi l'Era parla di far mettere dei sistemi antisvio elettronici – spiega Marco Piagentini, presidente dell'associazione Il Mondo che Vorrei – il che sarebbe bellissimo ma sappiamo anche che questo potrebbe richiedere anni se non decenni visto che oggi la maggioranza dei carri merci sono praticamente privi di tecnologia. Dobbiamo far qualcosa per salvare le vite ora.
Per anni è stato detto che il classico rilevatore di deragliamento poteva essere pericoloso perché avrebbe potuto dare il via al cosiddetto effetto fisarmonica se entrava in funzione. Un evento del quale non abbiamo trovato notizia sia mai accaduto. Il fatto che la Svizzera lo abbia messo obbligatorio sui merci che portano cloro, ci ha spinto ulteriormente a fare questa richiesta.
Tra l'altro, grazie a periti e tecnici, lo abbiamo presentato in una versione che prevede una velocità di frenata ridotta del 75 per cento, consentendo così al treno di rallentare gradualmente la sua corsa invece di inchiodare ed evitando il timore dell'effetto fisarmonica. È un sistema che costa meno di mille euro, non milioni. Lo chiediamo all'Europa: aumentate la sicurezza e rendetelo obbligatorio, vogliamo che la gente sia al sicuro. Un'altra Viareggio non deve essere possibile”.