Economia
Dove si guadagna di più al mondo? La classifica dei Paesi con i maxi stipendi (e dove si piazza l’Italia)
“Dalla Svizzera che vola oltre i 100mila euro agli Stati Uniti con stipendi da capogiro: ecco la mappa mondiale dei salari e la posizione dell’Italia, tra tasse alte, divari di genere e settori che provano a correre.”

La classifica dei Paesi con gli stipendi più alti del mondo: ecco dove si piazza l'Italia
Chi non ha mai sognato di trasferirsi all’estero, magari in un Paese dove lo stipendio medio assomiglia più a un premio alla lotteria che a una busta paga? La realtà, fotografata dai dati più recenti e riportata da We Wealth, racconta di un mondo in cui le differenze salariali sono enormi, e l’Italia purtroppo non occupa le prime posizioni.
Secondo l’ultimo rapporto Ocse "Taxing wages 2025", un lavoratore medio italiano single e senza figli guadagna in media 35.616 euro lordi all’anno. Una cifra che, se confrontata con quella dei nostri "cugini" europei, rivela subito uno scarto importante. In Francia, infatti, lo stipendio medio arriva a 44.968 euro, mentre in Spagna ci si ferma a 31.698. I tedeschi fanno ancora meglio con oltre 50mila euro.
Se allarghiamo lo sguardo oltre l’Europa, il divario diventa abissale. Negli Stati Uniti, un lavoratore medio incassa 70.627 dollari lordi, circa 61mila euro, mentre gli svizzeri restano (ancora) quelli più irraggiungibili: il salario medio nel Paese elvetico supera i 105mila euro, quasi tre volte quello italiano.
Il problema però non è solo la cifra lorda. In Italia pesa come un macigno il cuneo fiscale, ovvero la differenza tra quanto costa un lavoratore all’azienda e quanto effettivamente gli arriva in tasca. Nel 2024 questo scarto ha toccato il 47,1%, tra i più alti d’Europa, erodendo fortemente il potere d’acquisto degli stipendi.
La buona notizia è che nel 2024 le retribuzioni italiane hanno corso più dell’inflazione: secondo l’Osservatorio WTW, sono cresciute in media del 3,5%, a fronte di un’inflazione dell’1,1%. Significa che i salari reali, cioè la capacità concreta di spesa dei lavoratori, hanno registrato un +2,4%.
L’Europa intanto ha deciso di alzare l’asticella con la nuova direttiva sulla trasparenza retributiva, che entrerà in vigore nel 2027. Le aziende con più di 50 dipendenti dovranno rendere pubbliche le informazioni sugli stipendi e correggere i divari superiori al 5%. Per l’Italia sarà una sfida complessa, perché molte imprese lamentano l’assenza di sistemi di classificazione dei livelli di carriera chiari e uniformi.