Merkel-Draghi, c'eravamo tanto amati. Austerità, la Cancelliera è seccata
Mario Draghi, il presidente della Bce, l'italiano più prussiano che tanto piaceva ai tedeschi per la sua preparazione e per il non fare sconti ai Paesi europei non molto solerti nel portare avanti con rigore le riforme politiche nazionali, pare essere entrato in rotta di collisione con la signora più potente d'Europa, la cancelliera Angela Merkel. Il motivo? Il suo messaggio mandato ai mercati durante il vertice di Jackson Hole, tradizionale appuntamento estivo organizzato dalla Federal Reserve la scorsa settimana.
"La flessibilità presente nelle norme europee potrebbe essere utilizzata per affrontare meglio la debole ripresa economica e per concedere margini per coprire i costi delle riforme strutturali", è stato il passaggio del discorso del presidente dell'Eurotower che, secondo le indiscrezioni raccolte da Der Spiegel, non è andato giù a Berlino. Un passaggio che, insieme all'ammissione che "il rischio di fare troppo poco è maggiore di quello di fare troppo", ha spinto il dibattito verso una deriva giudicata pericolosa da Berlino per le implicazioni circa il rapporto fra la nuova Commissione Ue entrante e i governi nazionali.
Così, pare che dalla Cancelleria, riporta Der Spiegel, sia partita una telefonata verso Francoforte per chiedere al presidente della Bce chiarimenti circa il significato delle parole pronunciate, lamentando il fatto che Draghi avrebbe posto maggior accento sull'opportunità di riforme strutturali piuttosto che sulla necessità di mantenere l'austerità di bilancio, per rafforzare la crescita in Europa.