Draghi non tocca i tassi: "La ripresa si allontana: sostegno dalla Bce"
La ripresa si allontana, ma la Bce è pronta a intervenire ancora. Questo il senso delle parole con cui il presidente della Bce, Mario, Draghi, ha accompagnato la decisione di non toccare il costo del denaro.
L'Eurotower, come atteso, ha infatti lasciatoil tasso di rifinanziamento pronti contro termine fermo al minimo storico dello 0,50%. Il tasso sui depositi resta a quota zero e il tasso marginale all'1%.
"L'attivita' economica nell'area euro dovrebbe stabilizzarsi e recuperare nel corso dell'anno, sebbene a ritmo moderato", ha spiegato Draghi, aggiungendo che la politica monetaria della Bce "restera' accomodante finche' necessario" e "sosterra' le prospettive di una ripresa verso la fine dell'anno".
La Banca centrale ha infatti rivisto "leggermente al ribasso" le stime di crescita per l'Eurozona per il 2013 e "in lieve rialzo" quelle per il 2014. Il Pil per il 2013 e' previsto al -0,6%, mentre per il 2014 al +1,1%.
Si allunga quindi l'orizzonte temporale della ripresa, che ora è attesa verso la fine dell'anno. A preoccupare il numero della Bce però sono, soprattutto, le deboli condizioni del mercato del lavoro con il tasso di disoccupazione che ha raggiunto tassi "elevati in modo inaccettabile", in particolare tra i giovani "sui quali è stata scaricata tutta la flessibilità".
Non solo. Il recente miglioramento delle condizioni dei mercati finanziari, ha avvertito Draghi, "non deve rendere ottimisti" i governi dell'Eurozona, che non devono, su tale base "rilassare le proprie politiche fiscali senza riforme strutturali". Per questo la Commissione Europea dovrebbe concedere ai paesi dell'Eurozona una proroga dei tempi per raggiungere gli obiettivi di bilancio "solo in casi eccezionali".
Draghi ha infatti lodato "i progressi raggiunti da alcuni paesi" in campo di consolidamento fiscale e li ha invitati a non diminuire l'intensita' degli sforzi per ridurre i deficit di bilancio. I paesi con deficit elevati, ha proseguito il presidente della Bce, soffrono "spesso di mancanza di competitivita'". Pertanto, "se un paese riceve semplicemente un'estensione di due anni e si ripresenta con un deficit e un debito piu' elevati e una competitivita' che e' rimasta bassa, i mercati non ne saranno felici e lo puniranno molto in fretta", ha concluso.
Infine, il numero uno della Bce è tornato ad insistere sulla necessità dell''unione bancaria, che ha definito "cruciale" per superare il problema della frammentazione finanziaria dell'Eurozona. Per questo, ha spiegato, è necessaria una "rapida applicazione" dei futuri meccanismi di supervisione congiunta e risoluzione congiunta.