Suicida il socio d'affari di Strauss-Kahn. Avevano creato un fondo d'investimento
Altra tegola nella vita di Domenique Strauss-Kahn l'ex direttore francese del Fondo Monetario Internazionale dimessosi dall'organismo dopo esser finito al centro di un'inchiesta giudiziaria per stupro a New York (ma poi assolto). Thierry Leyne, uomo d'affari israeliano e parter di Dsk con cui l'economista della Gauche ha dato vita a un fondo d'investimento da 2 miliardi di dollari chiamato LSK (Leyne Strauss - Kahn), si è suicidato ieri a Tel Aviv buttandosi dalla finestra.
Ingegnere di 48 anni con una carriera tutta nel mondo finanziario, Leyne ha vissuto fra Francia, Israele e Lussemburgo ed era a capo della società finanziaria Assya Capital, fondata nel 1994. Non sono ancora note le ragioni del suo gesto.
Dopo una capatina in Serbia e un’apparizione in alcune istituzioni finanziarie russe, Strauss-Kahn aveva accettato nel settembre dello scorso anno d'imbarcarsi nell'avventura propostagli da Leyne, prendendo le redini del consiglio di amministrazione della banca lussemburghese quotata alla Borsa di Parigi.
“Sono un imprenditore, Dsk è un grande brand, sarà un piacere accoglierlo tra noi”, aveva commentato euforico Leyne dando l’annuncio della nuova collaborazione. “Grazie alla sua visione globale e alla sua esperienza, svilupperemo presto un pool di banche d’affari all’insegna della nostra cultura imprenditoriale internazionale”, aveva aggiunto.
Dopo essersi dimesso dal Fmi nel 2011 per le accuse di stupro (poi cadute) di una cameriera in un hotel di New York e il trattamento ricevuto da polizia e stampa statunitense, Dsk era già tornato velocemente nella sua vecchia Europa, cercando fortuna al di là di quella candidatura alla presidenza francese ormai improponibile. A luglio era stato nominato membro del consiglio di sorveglianza di due istituzioni finanziarie a maggioranza russe: il Fondo di investimenti diretti RDIF e la Banca russa di sviluppo regionale BRDR. Qualche giorno fa, invece, l’annuncio che ha stupito di più: DSK in Serbia come super consigliere economico del governo guidato da Ivica Dacic a 1.900 euro al mese (secondo alcune indiscrezioni).
A stupire ancora di più la motivazione addotta dall’ex numero uno del Fmi: “Ho accettato perché amo la Serbia”. Di sicuro DSK guadagnerà ben di più in Lussemburgo, ovviamente a patto che gli affari vadano bene. Ottimista il suo datore di lavoro: “Sarà utilissimo in termini di contatti e politica. Non ci sono molti uomini come lui e visto che adesso non ha alcun mandato politico può lavorare liberamente”, aveva detto. In effetti gli ex politici o gli uomini che hanno ricoperto posizioni chiave nelle istituzioni economiche e finanziarie mondiali, sono più che golosi verso il settore del privato, banche in primis.