L'Electrolux al governo:"Vogliamo restare ma giù il costo del lavoro"
"Non lasciamo l'Italia, ma vogliamo essere competitivi". Quanto allo stabilimento di Porcia, "non c'e' nessun documento che dica che vogliamo chiudere", ma questo dipendera' dalla posizione di governo e sindacati. L'ad di Electrolux Italia, Ernesto Ferrario, espone in Senato la posizione del gruppo, lamenta l'eccesso di costo del lavoro del nostro Paese rispetto alle realta' dell'est Europa e chiede a governo di intervenire, "altrimenti i nostri investimenti potremo farli solo per un anno e non per cinque".
"Vogliamo restare in Italia e non abbiamo intenzione di andare via, abbiamo investito 250 milioni in cinque anni - e' la premessa di Ferrario - ma vogliamo essere sicuri che quello che facciamo abbia una base competitiva". Il punto, ripete ai senatori, e' il costo del lavoro che in Italia e' troppo alto: c'e' un "divario crescente di competitivita' rispetto a Polonia e Romania, un divario che ha portato una migrazione di volumi di circa il 60% che viene prodotte in est Europa", dice. "Si tratta di un fenomeno progressivo che non vede un arresto. In Francia e Spagna e' quasi scomparsa la produzione dell'elettrodomestico, il fenomeno e' abbastanza chiaro". E' per questo che Electrolux chiede al governo "un aiuto".
"Non vogliamo arrivare a livelli Polonia e Romania - dice - ma abbiamo messo un target di riduzione del costo del lavoro del 15% che ci sembra possibile". La richiesta non e' nuova, aggiunge, ma in questi mesi "non ci e' mai arrivata nessuna risposta da parte di nessuno: solo oggi c'e' un tavolo sul problema degli elettrodomestici dopo anni che cerchiamo di portare il problema all'attenzione del governo e dei sindacati".
Ferrario smentisce che l'azienda abbia intenzione di tagliare in via unilaterale la busta paga dei lavoratori: "Electrolux non ha mai proposto la riduzione del 40% degli stipendi - ha ribadito - ne' la riduzione dell'orario di lavoro: noi non abbiamo nessuna leva per ridurre lo stipendio dei dipendenti ne' il cuneo fiscale, ma possiamo fare ricorso solo al contratto di secondo livello. Resta centrale il destino dello stabilimento di Porcia, su cui l'azienda presentera' un piano industriale il 17 febbraio. Alla domanda dei cronisti sull'assicurazione che Porcia non chiudera', Ferrario replica che la chiusura "non e' scritta in nessun documento ufficiale", ma che la questione e' aperta e la decisione sara' presa appunto dopo il 17.
"L'azienda puo' prolungare le sei ore lavorate piu' due ore di solidarieta' - aggiunge - ma con un contributo di solidarieta' da parte del governo". I sindacati vedono nella posizione dell'azienda uno spiraglio di apertura e parlano di "parziale marcia indietro" su Porcia. Per la presidente del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani, bisogna "mantenere tutti e quattro i siti in attivita'". "Dopo tutto quel che abbiamo cercato di ottenere come impegno dal governo - aggiunge Serracchiani - mi pare che ci siano dei passi in avanti" e che "l'apertura di Electrolux sul sito di Porcia e' molto significativa".