Economia
Elkann, Orcel, Tavares: ecco i top manager di Piazza Affari più pagati
I top manager delle 40 società principali di Piazza Affari hanno incassato stipendi medi in aumento del 21%

Carlos Tavares - John Elkann
Elkann, Orcel e Cimbri guidano la classifica dei super stipendi. Ecco chi ha guadagnato meno
Il 2024 sarà anche stato un anno brillante per la Borsa italiana — con il Ftse Mib in crescita dell’11% — ma chi davvero ha brindato non sono stati tanto gli investitori né tantomeno i dipendenti delle aziende quotate. A festeggiare sono stati, ancora una volta, i vertici.
I top manager delle 40 società principali di Piazza Affari hanno incassato stipendi medi in aumento del 21%, una crescita quasi doppia rispetto all’indice azionario e venti volte superiore al tasso d’inflazione italiano. In confronto, gli stipendi dei lavoratori “normali” sono saliti appena del 3,1%, dopo il +2,9% del 2023. Un recupero, certo, ma tardivo e troppo timido, considerando che la media dei Paesi Ocse ha viaggiato a +32,5%.
Intanto, in cima alle torri d’avorio di Piazza Affari, lo stipendio medio dei vertici delle società del Ftse Mib ha toccato i 3 milioni di euro. Lo ha rilevato un’analisi di MF-Milano Finanza, che ha passato al setaccio le relazioni sulle remunerazioni delle società quotate in vista delle assemblee annuali.
Il nome in cima alla classifica? Sorprendentemente (ma forse non troppo) Carlos Tavares, l’ex Ceo di Stellantis, che nel 2024 ha incassato 23,08 milioni di euro, esclusi i 12 milioni di buonuscita che lo aspettano dopo le dimissioni anticipate. Totale? 35 milioni di euro, nonostante il gruppo automobilistico abbia vissuto forse l'anno più nero degli ultimi tempi. E tra l'altro, con il voto degli azionisti, il pacchetto retributivo è stato approvato comunque: 66,92% di favorevoli. Solo un terzo ha avuto qualcosa da ridire.
A superare Tavares — almeno in valore assoluto — è Carlo Cimbri, presidente di Unipol, che ha chiuso il 2024 con 51,84 milioni di euro incassati. Non tutto stipendio, però: la fetta più grossa arriva dalla fine del rapporto dirigenziale dopo 33 anni. Dentro ci sono 45,54 milioni tra tfr, severance e altri benefit di fine mandato.
John Elkann ha intascato 2,6 milioni come presidente di Ferrari e 2,79 milioni da Stellantis senza però contare quanto incassa da Exor, che però è quotata sulla Borsa di Amsterdam e non a Piazza Affari. Il Ceo di Ferrari, Benedetto Vigna, ha visto il suo stipendio crescere da 6,69 a 7,98 milioni: risultato di una performance borsistica eccellente, con il titolo Ferrari in rialzo del 35,9%.
E non finisce qui, perchè c'è anche tutto il comparto bancario. Andrea Orcel, numero uno di Unicredit, ha incassato 3,63 milioni di base, ma la remunerazione complessiva — grazie a bonus e stock option — è schizzata a 13,2 milioni, contro i 9,75 milioni del 2023. E il titolo da l suo canto è salito del 56% nel 2024. Intanto dopo la privatizzazione di Mps, per l’amministratore delegato Luigi Lovaglio si sbloccano i bonus congelati negli anni scorsi. A confermarlo è la relazione depositata in vista dell’assemblea del 17 aprile. Solo nel 2024, Lovaglio ha incassato 1 milione di euro di bonus, di cui il 40% in contanti e il restante 60% in strumenti finanziari: la sua retribuzione complessiva per il 2024 è stata di 494.615 euro, cifra che include i 400 mila euro ricevuti in cash come parte variabile.
Tra le partecipate pubbliche, resta al top della claffica invece Claudio Descalzi, ad di Eni: 5,85 milioni il suo compenso, in leggero calo rispetto ai 6,14 milioni del 2023. Restano fuori dall’analisi, per il momento, alcune big come Enel, Poste Italiane, Terna, Telecom e Pirelli, che pubblicheranno le relazioni sulle remunerazioni solo nelle settimane a ridosso delle rispettive assemblee, tra maggio e giugno.