La fattura energetica scende del 20%: l'Italia risparmia 11 miliardi
Migliora la fattura petrolifera italiana, che nel 2014 e' scesa del 18% (5,4 miliardi di euro) rispetto al 2013, attestandosi a 25 miliardi di euro, "favorita non solo dal calo dei consumi (-4,5%) ma anche da un deciso miglioramento delle quotazioni internazionali del greggio importato (-9,5%)". E' quanto si legge nel Preconsuntivo Petrolifero redatto dall'Unione Petrolifera (Up). "L'esborso complessivo - in termini reali analogo a quello del 2000 ma con consumi inferiori di oltre 35 miliardi di tonnellate - ha pesato sul Pil per l'1,5%, il valore piu' basso dal 2005, contro incidenze superiori al 2% nel quinquennio precedente".
La fattura energetica e' stata pari a 45 miliardi di euro, in calo di oltre 11 miliardi di euro rispetto al 2013, pari al 2,9% del Pil (1,5% il valore medio degli anni '90). Per il 2015 l'Up stima una fattura petrolifera compresa tra un minimo di 17,1 miliardi di euro (1,1% del Pil) e un massimo di 24,2 miliardi (1,5% del Pil), con un prezzo del greggio nell'intervallo 65-85 dollari al barile. "La fattura energetica, nel caso di una quotazione intermedia di 75 dollari al barile, potrebbe attestarsi intorno ai 39 miliardi di euro, con una ulteriore flessione di 6 miliardi rispetto al 2014", conclude l'Up, "il risparmio complessivo salirebbe cosi' a 7,1 miliardi di euro rispetto al 2013".
Nel 2014 la domanda di energia in Italia ha mostrato un ulteriore calo, pari al 5,1% rispetto al 2013, fermandosi a 157,6 Mtep e tornando sui valori della fine degli anni '80. "La contrazione ha riguardato praticamente tutte le fonti, ad eccezione delle rinnovabili (+3,9%), il cui peso totale e' salito a circa il 19%, e delle importazioni nette di energia elettrica (+2,3%)", spiega il documento, "il petrolio (-4,5%) si conferma ancora una volta la principale fonte di energia con un peso percentuale del 35,4% (in leggera crescita rispetto al 35,1% del 2013), laddove il gas ha mostrato il calo piu' accentuato (-11% per una quota del 32,4%)."Il gas in particolare ha risentito della riduzione della domanda elettrica e della forte concorrenza delle rinnovabili, che hanno messo fuori mercato molti impianti di nuova generazione e ad alto rendimento, nonche' delle temperature particolarmente miti", sottolinea l'Up.
In Italia i consumi petroliferi nel 2014 sono scesi del 4,5% (una flessione pari a 2,7 milioni di tonnellate) rispetto all'anno scorso, attestandosi a 57,5 milioni di tonnellate ma con "qualche timido segnale positivo sul fronte dei carburanti (+0,5% per benzina e gasolio combustibile)". In notevole calo, oltre al gasolio riscaldamento (-17,8%), anche il fabbisogno petrolchimico netto (-28,5%) e l'olio combustibile (-28/), prodotto - sottolinea l'Up - "ormai considerato marginale e di riserva nella produzione termoelettrica". Complessivamente nel periodo 2004-2014 la flessione totale dei consumi petroliferi e' stata pari a oltre 32 milioni di tonnellate (-36%), "piu' del doppio rispetto a quanto accadde in occasione del secondo shock petrolifero".
Sempre in Italia, nel 2014, i consumi di benzina e gasolio da autotrazione, con circa 38 miliardi di litri, hanno registrato un incremento dello 0,5% rispetto l'anno scorso, il primo aumento dal 2006. E' quanto si legge nel Preconsuntivo Petrolifero redatto dall'Unione Petrolifera (Up).