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Economia
Equita - Bocconi: perchè le imprese italiane dovrebbero quotarsi in Borsa?
Quali sono le possibili soluzioni per la crescita del mercato dei capitali per le imprese italiane? Se ne è discusso oggi presso l'Università Bocconi durante il convegno promosso da Equita "Why do italian companies go public? An empirical analysis of the period 2006- 2016”

Equita - Bocconi: perchè le imprese italiane dovrebbero quotarsi in Borsa? Ecco i dettagli nello studio ''Baffi Carefin'', redatto dall'Universita' Bocconi in collaborazione con Equita

 

 

Continua la partnership tra l’Università Bocconi ed Equita volta a stimolare il dibattito sui fattori di sviluppo e le possibili soluzioni per la crescita del mercato dei capitali per le imprese italiane. Questi i temi di "Why Do Italian Companies Go Public? An empirical analysis of the period 2006-2016", il convegno promosso da Equita presso l'Università Bocconi, durante il quale è stato inoltre presentato lo studio del centro di ricerca "BAFFI CAREFIN" Centre for Applied Research in Finance dell’Università Bocconi redatto in collaborazione con Equita. Lo studio indaga le ragioni che supportano la scelta delle imprese italiane di quotarsi in Borsa o che, viceversa ne rappresentano i principali ostacoli, attraverso un’analisi comparativa di selezionate caratteristiche finanziarie e di business di società che hanno optato per la quotazione e società private comparabili dal 2006 al 2016, nonché attraverso un Focus Group in forma di intervista con alcune delle più rilevanti realtà industriali italiane quotate e non. Le analisi evidenziano che le imprese italiane quotate riportano livelli di crescita maggiore in termini di ricavi, investimenti e dipendenti e risultano più profittevoli delle controparti non quotate, oltre ad essere più resilienti in contesti di crisi a livello macroeconomico. Queste imprese, inoltre, hanno un accesso migliore al mercato del debito e al finanziamento bancario, che permette loro di investire maggiormente rispetto alle imprese non quotate, maggiormente limitate alla generazione di cassa interna. Nonostante questi risultati mostrino che la scelta per un’impresa di rimanere non quotata non sia sempre ottimale non solo per l’impresa stessa, ma anche per la crescita economica del Paese, le imprese italiane hanno manifestato storicamente una minore propensione a quotarsi in Borsa rispetto alle controparti estere. Negli ultimi anni una spinta per le imprese a cercare fonti alternative di finanziamento è venuta, oltre che dalle difficoltà riscontrate dal sistema bancario, anche dalle più recenti politiche economiche e fiscali di incentivo verso gli investimenti in imprese italiane (“Piani Individuali di Risparmio”, o “PIR”). Lo studio evidenzia inoltre che “le imprese di medio/grandi dimensioni decidono di quotarsi in fase di crescita e quindi quando necessitano di ottenere più visibilità e standing sul mercato dei capitali o quando gli azionisti delle stesse necessitano di una way out. Le imprese di piccole dimensioni, che necessitano di nuove risorse per sostenere la crescita e ridurre l’indebitamento, che sono meno propense alla quotazione, dovrebbero considerarla come strumento per la crescita e per raggiungere una size ottimale anche al fine di creare valore per i soci”. A chiusura della presentazione del paper, Marco Clerici, Co-Responsabile Investment Banking EQUITA, ha presentato l’annuale Osservatorio sul Mercato dei Capitali in Italia, illustrando i principali trend di sviluppo dei mercati azionari e obbligazionari in Italia nel corso del 2017, con un focus specifico sulla marcata crescita delle emissioni azionarie legate alle SPAC.

 

 

Equita - Bocconi: perchè le imprese italiane dovrebbero quotarsi in Borsa? Un panel di esperti ha approfondito il dibattito

 

Il convegno è poi proseguito con un panel di esperti,con la partecipazione istituzionale di Vincenzo Boccia Presidente Confindustria, oltre a quella di Gianmario Verona Rettore Università Bocconi, Andrea Vismara Amministratore Delegato EQUITA, Alessandro Profumo Amministratore Delegato Leonardo, Giovanni Cavallini Presidente del Consiglio di Amministrazione e Amministratore Esecutivo Industrial Stars of Italy, Paolo Marchesini Amministratore Delegato e Group Chief Financial Officer Campari, Francesco Perilli Presidente EQUITA, Claudia Parzani Managing Partner area Western Europe Linklaters, Presidente Allianz Italia e Vice Presidente Borsa Italiana, ed Elena Zambon Presidente Zambon S.p.A., Consigliere Unicredit S.p.A., Vice Presidente Assolombarda e Aspen Institute Italia e Cavaliere del Lavoro.

 

 

Equita - Bocconi: perchè le imprese italiane dovrebbero quotarsi in Borsa? Il commento di Francesco Perrilli, Presidente di Equita

 

Francesco Perilli, Presidente di EQUITA, apprezza il fatto che “gli investitori hanno ritrovato fiducia nelle imprese italiane anche in situazioni macroeconomiche meno favorevoli, con un riflesso positivo in termini di performance sia del mercato azionario che di quello del debito”. Inoltre sottolinea come “si sta assistendo ad un interessante quanto auspicato sviluppo del mercato AIM di Borsa Italiana, sul quale EQUITA crede fortemente ed ha puntato in prima persona come dimostra la nostra recente IPO”.

 

Equita - Bocconi: perchè le imprese italiane dovrebbero quotarsi in Borsa? Le parole di Andrea Vismara, Amministratore Delegato di Equita

 

" Le aziende più piccole negli ultimi anni stanno contribuendo alla crescita dei mercati, mostrando un chiaro cambiamento culturale ed una crescente apertura ai mercati dei capitali. Ciò è dovuto a diversi fattori: una maggiore consapevolezza delle imprese italiane verso una struttura del capitale meno sbilanciata verso il finanziamento bancario; un crescente apprezzamento degli investitori verso le aziende italiane, che hanno mostrato ottima resilienza e performance di mercato; le analisi che evidenziano i risultati positivi ottenuti dalle aziende che accedono ai mercati dei capitali, fatte da affermati opinion maker tra cui Bocconi, Borsa Italiana, Confindustria ed EQUITA; infine il contributo del Governo che ha introdotto la regolamentazione sui PIR e, più recentemente, un credito d'imposta sulle spese di quotazione per le PMI. C’è tuttavia ancora molto da fare: semplificazione del processo di quotazione sul mercato principale, differenziazione delle regole di quotazione tra large e small caps a vantaggio delle seconde e maggior tutela delle banche di investimento che supportano anche le PMI - eccessivamente impattate dalla MIFID 2” ha dichiarato Andrea Vismara, AD di Equita.

 

 

 

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