Euro ai minimi sul dollaro dal 2013
Euro ai minimi da un anno sul dollaro. La moneta europea si attesta a 1,3119 contro il biglietto verde mentre il cross con lo yen resta stabile in area 136,67.
A pesare sulla moneta comune, prossima inoltre ai minimi da due anni sul franco svizzero, sono l'aggravarsi della crisi in Ucraina e le avvisaglie di deflazione nell'Eurozona, che dovrebbero spingere la Bce ad agire con nuove misure di stimolo. Dollaro in progresso sulla divisa nipponica a 104,11 yen
Sara' una settimana intensa di dati e con graduali ritorni di liquidita'. Quella appena conclusa non si e' certo rivelata priva di eventi, a partire dall'avvicinamento del franco svizzero al limite di oscillazione permesso dalla Swiss National Bank, causato dal duplice motivo ''discesa dell'eurodollaro'' e ''timore che le borse americane possano partire con importanti storni a ribasso'' (franco ancora valuta rifugio).
Una discesa, quella dell'euro, che e' continuata per tutta la settimana su aspettative che la BCE, questo giovedi', possa procedere con acquisti di asset in stile QE, al fine di sostenere con misure straordinarie l'economia ed il mercato del credito europeo, aspettative che sono in parte rientrate dopo la pubblicazione dell'inflazione pari a 0.3% contro attese di 0.4% ma con un incremento sul fronte ''core'' da 0.8% a 0.9%.
Questo fa pensare che la BCE possa decidere, durante il suo meeting di giovedi', di non intervenire con la comunicazione di ulteriori misure di stimolo quantitative, dopo le dichiarazioni che avevano preparato il mercato ad eventuali azioni in caso di dati peggiori sull'inflazione (pur muovendosi intorno al 40% le attese per un interventismo, molto alte dunque, soprattutto se pensiamo all'argomento delicato).
Draghi ha infatti comunicato che il recente ribasso della moneta unica europea ed il pacchetto di misure di sostegno varato a giugno dovrebbero risultare sufficienti a trasmettere gli stimoli desiderati. Il deprezzamento della moneta unica europea contro il dollaro americano e le altre major ha portato all'avvicinamento dell'EurChf a 1.2000, la soglia curata dalla SNB che, a 1.2050, ha provato dei piccoli acquisti per difendere il peg.
Molti saranno inoltre i dati che verranno rilasciati sul fronte americano. I dati di agosto dovrebbero essere generalmente positivi. L'employment report, secondo le attese, dovrebbe registrare una crescita occupazionale mensile sopra le 200k unita' ed il tasso di disoccupazione dovrebbe risultare stabile al 6,2%. Gli indici ISM sono previsti su livelli che possono essere definiti coerenti con un'espansione solida in tutti i settori, un'espansione che potrebbe essere confermata dalla pubblicazione del Beige Book.
Sul fronte eurozona invece, a parte la riunione della BCE che attirera' tutte le attenzioni degli investitori ed operatori, ci sarà la seconda rilevazione dei dati PMI che verosimilmente potrebbero confermare i cali visti ad inizio agosto, oltre al Pil tedesco ed europeo, con la Germania che vedra' anche il rilascio della produzione industriale.