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Economia
Europa, allo studio la Grande Muraglia economica contro l'invasione cinese
Xi Jinping

Europa, allo studio la "Grande Muraglia economica" contro l'invasione cinese

lI Vecchio Continente sta pensando alla Grande Muraglia per difendersi dalla forza tecnologica ed economica, a volte sleale, del gigante cinese. Un gigante sorretto molto spesso da una concorrenza sleale di imprese cinesi sostenute “a piene mani” dagli aiuti del Governo con i quali si cerca di mettere le mani su settori chiave europei. La luce su questi rischi, già evidenti da tempo, si è accesa durante la pandemia che ha visto, da una parte le problematiche sule dipendenze europee da paesi terzi e le sue carenze produttive, in particolare su tecnologia e materiali preziosi, uno su tutti, le “terre rare”. Se gli europei sono riusciti a fatica a liberarsi dalla dipendenza energetica russa, ancora non sono riusciti a difendersi dall’invasione cinese. Sembra ormai evidente che bisogna raggiungere, in termini commerciali ed economici, un’autonomia strategica che porti non solo a diversificare i fornitori di beni “preziosi” ma anche alla capacità di  produrli autonomamente.

Europa, un rapporto asimmetrico tra aziende cinesi ed europee

E’ a tutti evidente che la Cina non usa nei confronti delle imprese europee le stesse aperture che l’Europa offre ai cinesi. Questo rapporto asimmetrico è rischioso e non aiuta l’Europa entro un concorrente spietato e apparentemente senza scrupoli. E quindi come si sta delineando questa nuova Muraglia europee contro i cinesi? L’Europa sta lavorando su una complessa strategia di sicurezza economica. Nelle prime regole  un maggior controllo degli investimenti esteri in UE e dei sussidi da parte dei Governi stranieri alle imprese che operano nel mercato unico. A questo proposito il numero uno dell’Asia Pacifico presso Natixis, Alicia García Herrero, ha rilevato che “in un mercato, ora molto più protezionistico guidato da Cina ed India, l’Europa non deve solo proteggere i suoi mercati ma anche evitare problemi di sicurezza nazionale legati alla sicurezza economica”. Pur se in ritardo, nel 2023, ha fatto partire  un’indagine sulle aziende cinesi di auto elettriche, in particolare sui presunti aiuti pubblici ricevuti per entrare nel mercato europeo. Questi aiuti governativi “drogano” il mercato e sfavoriscono le imprese locali.

LEGGI ANCHE: Cina, crollano gli investimenti esteri. Xi vuole l'autarchia su chip e...aerei

Europa, offerte cinesi più basse del 50% nelle gare di appalto

In un’indagine di febbraio la Commissione sta indagando sul produttore cinese di treni CRRC, in gara in Bulgaria con un’offerta più bassa di quasi la metà rispetto al produttore locale. Senza nemmeno far concludere l’indagine CRRC si è ritirato dalla gara. E con questi sleali aiuti le società cinesi stanno cercando di entrare in comparti strategici, tra cui quelli dei pannelli solari e dei parchi fotovoltaici. Purtroppo nella transizione verde la Cina è molto forte ( non in casa sua ma nel prendere settori strategici europei) mentre l’Europa è ancora troppo dipendente. A questo proposito Breton, Commissario europeo, ha detto che "le due nuove indagini sui sussidi esteri nel settore dei pannelli solari mirano a preservare la sicurezza economica e la competitività dell'Europa, garantendo che le aziende nel nostro mercato unico siano veramente competitive e agiscano in modo equo".

Europa, la competizione sfrenata non è destinata a raffreddarsi

Ma la competizione “sfrenata” non è destinata a raffreddarsi. Le tensioni tra Pechino e Bruxelles aumenteranno perchè la Cina produce a prezzi più bassi nei settori strategici. L’interscambio tra Cina ed Eu è di circa 2,3 miliardi di euro al giorno con un forte squilibrio a favore del gigante asiatico. Tra i settori più delicati quello di beni strategici come magnesio, gallio e terre rare, tutti beni indispensabili e di cui l’Europa ha grande carenza. Alcuni osservatori ritengono però che questa “muraglia” debba essere abbastanza flessibile perchè l’Unione Europea è cosciente, così come la Cina, che le relazioni economiche bilaterali sono indispensabili ma è opportuno cominciare a far diminuire lo squilibrio a favore della Cina che produce, ad esempio, il 70% della componentistica industriale mondiale. Come al solito però l’Europa si muove con ritardo e spesso in modo non omogeneo. Questa tendenza farà si che la Muraglia potrà essere alzata ma ci saranno tante porte d’ingresso per gli orientali. Il prossimo pericolo? Le spettacolari auto elettriche cinesi. Xiaiomi in primis.

 

 






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