Economia
Evasione fiscale, recuperi record

Il 2015 e' stato un anno record per il recupero dell'evasione fiscale, pari a quasi 15 miliardi di euro. La notizia e' stata confermata dal premier Matteo Renzi e dal direttore dell'Agenzia delle Entrate, Rossella Orlandi, nel giorno in cui la Guardia di Finanza ha formalizzato il verbale di accertamento a Google per una presunta evasione di 227 milioni di euro, mentre la stessa Orlandi afferma: "Per le multinazionali non ci saranno ne' sconti, ne' accordi". A dare le cifre del recupero dell'evasione e' stato il presidente del Consiglio con un twitter: "Il 2015 anno record nel recupero dell'evasione fiscale (quasi 15 miliardi di euro). Un abbraccio a chi ci definiva 'filo-evasori'".
Piu' prudente Orlandi, che al convegno annuale 'Telefisco' de Il Sole 24 Ore ha detto: "I dati definitivi sono in validazione ma siamo sicuri di essere in crescita, e' stato un anno straordinario. Abbiamo proseguito con forza e determinazione nel recupero dell'evasione, ora continuiamo nella nostra attivita' di deterrenza. Il 2016? Preferisco non fare previsioni". Gia' nel 2014 il recupero dell'evasione aveva fatto segnare una cifra record, pari a 14,2 miliardi di euro. Intanto prosegue la stretta del fisco sulle multinazionali che pagano all'estero con regimi agevolati le tasse sugli utili prodotti in Italia.
Dopo che Apple ha accettato di versare 318 milioni di euro, ora e' Google nel mirino, con la Gdf che ha notificato il verbale per una presunta evasione di 227 milioni di euro riguardanti tasse non corrisposte su ricavi e royalties, una cifra che secondo alcuni potrebbe lievitare fino a 300 milioni con interessi e sanzioni. Su questa azione di recupero, ha precisato Orlandi, non vi sono ne' sconti ne' accordi con le imprese. "Si sbaglia a usare la parola accordo - ha detto ricordando quanto accaduto con Apple - in quel caso la societa' ha aderito a un verbale. Abbiamo lavorato molto in sinergia con l'Agenzia delle Dogane e con la Procura di Milano, la parola sconto non l'accetto".
Non si vuole quindi dare l'impressione che il fisco usi due pesi e due misure, "non c'e' differenza nel comportamento con i diversi contribuenti, anzi il nostro compito e' soprattutto quello di contrastare i comportamenti evasivi di grande rilevanza, quest'anno abbiamo controllato il 40% delle societa' di grandi dimensioni". "Grazie a questo impegno straordinario - continua - sta cambiando il clima, queste imprese devono comprendere che la mancata compliance puo' portare a un danno reputazionale anche economico". Con orgoglio Orlandi afferma che nel caso di Apple "l'Italia per prima ha concluso un'operazione che molti hanno cercato di fare, siamo apprezzati in tutto il mondo". Sul tema ora si muove anche l'Unione europea che ha approvato un pacchetto anti-frode varando regole vincolanti per fermare gli usi piu' comuni utilizzati dalle compagnie per evadere il fisco.