Dal 2017 addio al segreto bancario in Europa. Anche la Svizzera dovrà adeguarsi
Sono appena cadute le resistenze di Austria e Lussemburgo. Una decisione a cui dovranno adeguarsi in futuro anche la Svizzera, San Marino, il Liechtenstein, il principato di Monaco e Andorra. I governi di questi 5 Paesi infatti hanno già accettato di mettersi in linea con la nuova normativa europea e all'accordo delineato in sede Ocse. Con il pronunciamento di ieri dell'Ecofin è arrivata un’altra picconata al segreto bancario, che sarà in buona sostanza annullato dal 2017, anche se sulla carta la direttiva che era stata proposta più di un anno fa dalla Commissione Europea entrerà in vigore il primo gennaio dell'anno prossimo.
Il Consiglio dei ministri economici dell’Ue ha chiuso l’intesa politica sull’estensione del campo di applicazione dello scambio automatico di informazioni tra amministrazioni fiscali. La revisione della direttiva sulla cooperazione amministrativa in materia di fiscalità diretta (2011/16/UE) ora allarga lo spettro delle consultazioni fra le capitali a interessi, dividendi e altri redditi finanziari come i profitti da vendita di asset finanziari. Un allargamento che potrebbe alzare il velo e fruttare alle amministrazioni statali circa 2,5 miliardi di gettito. Si tratta di un miglioramento significativo nella normativa di contrasto delle frodi fiscali e dell’evasione. La decisione amplia la base dello scambio automatico delle informazioni fiscali, segnando un passo decisivo verso lo smantellamento di un aspetto fondamentale del segreto bancario.
L’inizio della fine dell’inviolabilità del segreto bancario risale al 2005, ma già dal 2008 si è cominciato a discutere la sua versione rafforzata della direttiva per chiudere i buchi normativi, estendendo i controlli a fondi di investimento e pensione, nuovi strumenti finanziari e pagamenti effettuati a traverso trust e fondazioni.