Ex Ilva, Taranto non si spegne. Dalla cassa integrazione al nuovo pretendente: ecco il piano verde di rilancio per i prossimi 4 anni - Affaritaliani.it

Economia

Ultimo aggiornamento: 09:37

Ex Ilva, Taranto non si spegne. Dalla cassa integrazione al nuovo pretendente: ecco il piano verde di rilancio per i prossimi 4 anni

Previsti fino a 6.000 lavoratori in cassa integrazione, nuovi negoziati con un potenziale acquirente estero e la costruzione dell’impianto DRI per la produzione di acciaio a basse emissioni

di Emma Rossi

Ex Ilva, ecco il piano in 4 anni per trasformare Taranto nel primo polo siderurgico “verde” d’Europa

Un piano di decarbonizzazione in quattro anni, definito “nel più breve tempo possibile, mantenendo la continuità produttiva”, per trasformare l’ex Ilva nel primo stabilimento europeo capace di produrre solo acciaio “verde”. È quanto prevede il documento presentato dal governo ai sindacati e diffuso dalla Fiom, che delinea i prossimi passi per il rilancio e la riconversione ecologica del sito di Taranto.

Tra i punti principali, l’aumento del numero dei lavoratori in cassa integrazione, che passeranno dalle attuali 4.550 unità a 5.700, fino a raggiungere le 6.000 con l’avvio dei nuovi interventi previsti. Il governo introdurrà una norma ad hoc per garantire la copertura finanziaria dell’integrazione salariale.

Sul fronte industriale, sono in corso negoziati con nuovi potenziali acquirenti. Oltre a Bedrock Industries e Flacks Group, la scorsa settimana è stato firmato un accordo di riservatezza con un ulteriore operatore estero, che ha già avuto accesso alla data room e avviato le prime verifiche.

Dal 15 novembre 2024 al febbraio 2026 sono previsti lavori di manutenzione sugli altoforni AFO2 e AFO4, sull’acciaieria 2, il Treno Nastri 2, la rete gas coke e gli impianti di agglomerazione e marittimi. Da marzo 2026 saranno necessari ulteriori interventi, “auspicabilmente a cura del nuovo acquirente”, anche sull’altoforno AFO1, se dissequestrato.

A partire dal 15 novembre 2025, scatterà un nuovo piano operativo a ciclo corto, con una rimodulazione della produzione: dal 1° gennaio 2026 è previsto il fermo delle batterie di cokefazione e, da metà mese, l’avvicendamento tra AFO4 e AFO2, con un solo altoforno in funzione per circa 20 giorni.

Elemento centrale del piano è la realizzazione, entro quattro anni, di un impianto DRI (Direct Reduced Iron) a Taranto, grazie al supporto della Regione Puglia. L’investimento sarà sostenuto con risorse pubbliche, mentre il governo lavorerà per assicurare una fornitura di gas a prezzi competitivi tramite condotte terrestri dedicate.

Infine, il tavolo Taranto, istituito al Mimit il 19 maggio, ha individuato diverse aree, interne ed esterne al sito ex Ilva, destinate alla reindustrializzazione. Sono in valutazione i progetti di oltre 15 aziende italiane ed estere, tra cui importanti player nazionali, che potranno concretizzarsi nell’arco dei prossimi quattro anni in vari settori produttivi.

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