Economia
Exor, le scommesse vinte da Partner Re. Gioie per Yaki anche dalla Juve

Il presidente Elkann: "Il 2017? Il nostro migliore anno. Raccogliamo i frutti del lavoro di Fca, Partner Re e degli investimenti finanziari di Matteo Scolari"
Se saranno centrati, Sergio Marchionne consegnerà al suo successore (che Elkann si augura possa essere scelto internamente) “un’azienda con una cassa positiva per 4 miliardi di euro, un fatturato da 125 miliardi di euro e 5 milioni di utile netto rettificato”. Oltre a Fca, il 2017 è stato un anno molto positivo per Partner Re, “il nostro secondo business più importante”: nonostante sia stato uno degli anni più costosi per i riassicuratori a causa dei numerosi eventi catastrofici negli Stati Uniti, Partner Re è rimasta nel primo quartile sia per redditività (con un utile netto rettificato di 250 milioni di dollari e un Roe rettificato del 4,2%) sia per crescita del valore del portafoglio (3,9% rettificato per i dividendi).
Risultati resi possibili dall’abilità dimostrata dal Ceo Emmanuel Clarke e dal suo team nel ridurre l’esposizione alle catastrofi naturali (visto il livello di prezzi giudicato poco redditizio), nel diversificare il portafoglio sia su base geografica sia per linea di prodotti, e nell’azione di riduzione dei costi (calati di circa il 20% da 426 a 388 milioni di dollari).
Tagli dei costi che continueranno, preannuncia Elkann, anche quest’anno grazie anche a ulteriori riduzioni previste nei costi per consulenze e nelle spese immobiliari. L’acquisizione, nell’aprile dello scorso anno, della canadese Aurigen dovrebbe poi contribuire a far crescere il ramo Vita&Salute, penalizzato lo scorso anno da 119 milioni di perdite in gran parte legate al programma Affordable Care Act. Il portafoglio Vita&Salute è stato tuttavia rinnovato a inizio anno “con un significativo incremento delle tariffe” (anche se i prezzi delle polizze sono saliti meno delle attese) e dovrebbe tornare in utile già quest’anno.
Ma una parte sostanziale della performance di Partner Re è anche stata dovuta ad investimenti finanziari ed in particolare azionari (passati da circa zero al 4% del patrimonio), molti dei quali gestiti da Matteo Scolari, entrato in Exor nel 2015 dopo pregresse esperienze in Goldman Sachs, McKinsey ed Eton Park. Attualmente Scolari “ha iniziato a investire in portafogli concentrati” su pochi titoli selezionati “grazie a una profonda ricerca sui fondamentali”. Le due maggiori posizioni al momento sono il gruppo elettrico tedesco Rwe e Ocado, società high-tech britannica specializzata sul settore food e sull’e-commerce (tra i suoi clienti vi sono i gruppi Casino in Francia e Sobeys in Canada).
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