Fiat, Elkann in difesa del trasloco: "Le grandi aziende hanno molte sedi"

"Organizzazioni grandi come la nostra non hanno una sede ma ne hanno tante". La decisione del Lingotto di cambiare la sede di Fiat Industrial in vista della quotazione a Wall Street (si pensa a sedi sparse tra Olanda, Regno Unito e Stati Uniti) tiene ancora banco intorno alla casa automobilistica. Anche perché non sono mancate le polemiche sul ruolo del Fisco italiano e sul possibile impatto negativo del trasloco di Fiat in questa vicenda.
Oggi è intervenuto a proposito il numero uno John Elkann che, cercando di allontanare le polemiche, ha spiegato che il gruppo Fiat "ha un mercato importante in Europa governato da Torino, uno importante in Nord America gestito da Detroit, uno in Sud America da Belo Horizonte e in Asia da Shangai. Più si va avanti e più quello di sede è un concetto che non ha molto senso. Le organizzazioni grandi hanno bisogno di molte sedi".
Intervenendo al convegno Crescere tra le righe dei giovani editori ha così precisato la necessità del gruppo dal punto di vista gestionale, anche se i rilievi sulla dislocazione delle sedi erano per lo più legati alla residenza fiscale del gruppo, che nel caso di Fiat Industrial dovrebbe spostarsi nel Regno Unito. Sul punto, il presidente ha detto: "Le polemiche sul pagamento delle tasse della Fiat in Italia sono polemiche e non realtà. Nessuno ha mai voluto evitare di pagare le tasse in Italia. Noi le paghiamo ovunque abbiamo delle attività".
Sui rapporti con Auburn Hills, la sede della Chrysler, Elkann ha precisato: "Abbiamo sempre detto in modo chiaro che Fiat e Chrysler devono essere sempre più vicini e lavoriamo perchè ciò accada. Insieme siamo più forti", ha sottolineato. Il presidente del Lingotto si è anche soffermato sulla vicenda di Rcs, il gruppo editoriale del Corriere della Sera, e si è detto "fiducioso" sull'approvazione dell'aumento di capitale da parte dell'assemblea. Elkann ha rimarcato la "sorpresa" se invece "egoismi e calcoli" portassero a una bocciatura della proposta. "Sono fiducioso che gli azionisti faranno le scelte per la società - ha detto a margine del convegno dell'Osservatorio giovani-editori - sarei molto sorpreso se per egoismo, per interessi personali o per calcolo volessero bocciare le proposte e di fatto mettere in una situazione di grandissima difficoltà una delle istituzioni più importanti del nostro paese".