Furto, tangenti e cybercrime: le frodi aziendali non conoscono crisi
Il settore delle frodi aziendali non conosce crisi. Nel 2014, il 37% delle aziende di tutto il mondo hanno segnalato almeno un caso di frode. Tre punti percentuali in più di tre anni fa, secondo il settimo barometro della società di consulenza PwC. Più colpite le grandi aziende rispetto piccole, anche se il divario si sta riducendo negli ultimi anni.
Nel dettaglio, l'appropriazione indebita di beni fa la parte del leone con sei casi su dieci, seguono le tangenti (29%) e la criminalità informatica (24%). La corruzione è un trend in crescita dal 2012, e colpisce le aziende molto esposte all'estero: più di cinque su dieci imprenditori sono preoccupati per questo fenomeno, erano solo quattro su dieci nel 2013 e tre su dieci nel 2012.
E' nel settore farmaceutico che il fenomeno delle frodi registra la crescita maggiore: il 30% dei laboratori ha riferito di aver sperimentato tentativi di frode, portando questo settoreal quinto posto tra i più colpiti. In testa ci sono sempre le Costruzioni (50%), seguite dal settore energia e utilities (42%).
Secondo Anne-Marie Christine, partner di PwC nel settore farmaceutico, sei frodi su dieci riguardano l'appropriazione indebita di prodotti destinati al "mercato grigio" (quelli acquistati al di fuori dei tradizionali canali di distribuzione) e farmaci contraffatti, con significativi rischi in termini di branding. Segue la corruzione. "Queste truffe non solo influiscono sul reddito della società in questione, ma possono anche avere un forte impatto sulla marca", spiega.
Altro segnale preoccupante per l'industria e che un dirigente su cinque teme un attacco informatico nei prossimi due anni.
L'internazionalizzazione del settore aumenta anche il rischio di corruzione: il 60% dei professionisti ritiene che le operazioni all'estero comportano un "rischio di corruzione grave". Solo il 50% era di questo parere nel 2012.