Draghi smonta la guerra delle valute: "Solo chiacchiericcio"

Fuoco alle polveri: inizia la campagna di Russia. Entra nel vivo il G20 di Mosca. Il summit, per la prima volta presieduto da Putin, sarà focalizzato sulla cosidetta guerra delle valute. Da una parte Usa e Giappone, dall'altra l'Ue, decisa a far cambiare rotta a Fed e BoJ. Le posizioni di Francia e Germania si sono saldate a poche ore dall'inizio del G20: il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble si è avvicinato al collega francese Moscovici, affermando che "troppa liquidità potrebbe portare a una nuova crisi".
I primi leader europei a prendere la parola, però, hanno ridimensionato l'allarme e ridotto la guerra delle valute a semplice schermaglia. Il presidente della Bce, Mario Draghi, pur confermando che "i tassi di cambio sono importanti per la crescita e la stabilità dei prezzi" e che la Bce "monitorerà la situazione", ridimensiona il problema. Il numero uno dell'Eurotower arriva ad usare parole nette, che stridono con il suo tradizionale aplomb: la guerra delle valute sarebbe solo un "chiacchiericcio inappropriato, infruttuoso e autolesionista".
Al di là delle parole di Draghi, il commissario Ue agli Affari economici e monetari, Olli Rehn, fa intendere che a Mosca il tema cambi sarà centrale: "I Paesi del G20 devono focalizzarsi sulle riforme strutturali piuttosto che sulle misure di stimolo di bilancio e monetarie a breve". Una messaggio, rivolto a Usa e Giappone, che bissa quello già inviato da Schaeuble: "Dirò a Washington e Tokyo di seguire l'Europa". Il ministro tedesco delle Finanze, appena arrivato a Mosca, non fa marcia indietro e rinnova l'allarme: "Non vogliamo interventi di stato sui tassi di cambio. Vogliamo che i tassi di cambio siano determinati dal mercato. Sono fiducioso che questa sarà la posizione comune del G20". Quale sarà, la "posizione comune", non è ancora chiaro: una bozza è in corso si eleaborazione, ma i leader, Draghi in testa, si sono limita al "no comment".
Al di là delle parole di Draghi, il commissario Ue agli Affari economici e monetari, Olli Rehn, fa intendere che a Mosca il tema cambi sarà centrale: "I Paesi del G20 devono focalizzarsi sulle riforme strutturali piuttosto che sulle misure di stimolo di bilancio e monetarie a breve". Una messaggio, rivolto a Usa e Giappone, che bissa quello già inviato da Schaeuble: "Dirò a Washington e Tokyo di seguire l'Europa". Il ministro tedesco delle Finanze, appena arrivato a Mosca, non fa marcia indietro e rinnova l'allarme: "Non vogliamo interventi di stato sui tassi di cambio. Vogliamo che i tassi di cambio siano determinati dal mercato. Sono fiducioso che questa sarà la posizione comune del G20". Quale sarà, la "posizione comune", non è ancora chiaro: una bozza è in corso si elaborazione, ma i leader, Draghi in testa, si limitano al "no comment". Da quanto emerso, però, nella bozza non ci sarebbe un riferimento definito ai cambi.