Economia
Gas e luce, si paga fino a 10 volte più di prima. Per 90mila aziende è la fine




Confesercenti: il prezzo del metano sta diventando una variabile incontrollabile, 250 mila posti di lavoro in bilico. Moltissime le imprese a rischio chiusura
Crisi energetica: c'è il rischio di perdere il 10% delle industrie
Le elezioni del 25 settembre sono una data troppo lontana nel tempo per far fronte alla crisi energetica che ha travolto l'Italia e alle drammatiche conseguenze per famiglie e imprese. Il mondo industriale ed economico italiano, - si legge sul Corriere della Sera - dopo le parole del presidente di Confindustria Carlo Bonomi l’altro ieri, è tornato a lanciare il suo allarme. «In autunno si rischia il collasso», ha dichiarato ieri Patrizia De Luise, presidente di Confesercenti, che rappresenta 350 mila imprese di commercio, turismo artigianato e piccola industria. «Il caro bollette — spiega De Luise — sta diventando una variabile incontrollabile per tantissime imprese. Il rischio è che il 10% delle imprese esca dal mercato, ovvero circa 90 mila attività per un totale di 250 mila posti di lavoro". Tra le richieste fatte al governo c'è anche quella di rateizzare le bollette "monstre", perché il credito d’imposta è successivo al pagamento e anche se più “generoso” non potrà mai compensare interamente l’extra costo.
Ieri - prosegue il Corriere - si è registrato un rialzo a 291 euro al megawattora all’apertura del mercato, per poi chiudere con un ultimo prezzo in calo del 6% a 260 euro, per un prezzo medio finale di 269 euro. Il prezzo del gas sul mercato europeo di riferimento, ad Amsterdam, ha avuto una tregua: si tratta del primo ribasso dopo quasi due settimane di rialzi consecutivi e questo grazie alla prese di beneficio, non a un miglioramento delle prospettive, visto che all’orizzonte incombe l’interruzione del gasdotto Nord Stream 1 dal 31 agosto al 2 settembre «per manutenzione».