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Economia
Bene incentivi per rilanciare l'economia ma la burocrazia può rallentare tutto

Far ripartire l'economia puntando sulle agevolazioni. Ma non tutte sono percorribili e ci sarebbero altri provvedimenti da prendere. Come la burocrazia e la corruzione. Affaritaliani ne parla con Gianni Lepre, opinionista di Ra2, commercialista. 

Gli incentivi rappresentano una forza per far ripartire il Paese?                                                                                  “Non solo gli incentivi, ma tutta una serie di idee concrete attuabili. Ci sono tanti altri provvedimenti urgenti da prendere, per far ripartire l’economia, magari senza spendere un euro. Come ridurre al minimo la burocrazia che costa alle aziende 100 miliardi, gli sprechi della macchina statale che costano altri 200 miliardi, la contraffazione che vale 10 miliardi e la corruzione che ne pesa per 60. Altro che Recovery Fund, misura che, per altro, indebiterà per decenni anche i figli dei figli dei nostri figli. Però il Decreto Rilancio prevede tante agevolazioni che favoriscono le ristrutturazioni immobiliari: Ecobonus 110%, sismabonus 110%, bonus facciate 90%, ristrutturazioni 50%, ancora Ecobonus 65 e 75% ed infine il bonus mobili al 50%. E’ inutile dire che l’ecobonus 110% e’ il provvedimento più importante”.

Il Decreto Rilancio prevede l'Ecobonus. E' un provvedimento che serve   davvero?                                                                                                                                                                                “E’ forse l'unico provvedimento che ha centrato un problema storico di natura economica ma soprattutto strutturale. Questa misura non solo farà decollare l'economia, ma ridisegnerà ex novo parametri e modalità del settore edile, anche in considerazione del fatto che da sempre il comparto rappresenta uno dei volani dell'economia tricolore. Per farla breve possiamo dire che l’ecobonus 110% dà l’opportunità ai proprietari di immobili privati non adibiti all’esercizio di attività di impresa, arti e professioni, ai condomini,  istituti autonomi case popolari, nonché dagli enti aventi le stesse finalità sociali dei predetti istituti di effettuare i lavori addirittura senza cacciare soldi o recuperando in cinque anni l’importo pagato, compensandolo con le tasse da pagare, non solo, ma anche con un ulteriore 10% in più. Viceversa si può cedere il credito all’impresa che esegue i lavori o ad una banca, perdendo la maggiorazione del 10%”.

Quali sono i lavori trainanti per accedere a questa misura?                                                                                           “Avrà diritto al Superbonus 110% chi effettuerà interventi di isolamento termico, sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale, installazione di pannelli termici e riduzione del rischio sismico. La detrazione fiscale del 110% vale per i lavori effettuati dal 1° luglio 2020 al 31 dicembre 2021. L’efficientamento energetico deve essere migliorativo di due classi. Rammentiamo però che per usufruire dell’ecobonus 110% non bisogna aver commesso abusi edilizi”.                                                                     

Per rendersi conto se è possibile ottenere il Superbonus cosa devono fare i proprietari ed condomini?          “Anche se viviamo un momento concitato di nuovo innalzamento dei contagi da Covid-19 la procedura è semplice: bisogna farsi redigere da tecnici studi di pre fattibilità e fattibilità in relazione agli interventi da porre in cantiere. Ma come dicevo prima, visto il periodo storico di seconda ondata pandemica e visto lo stato di smartworking in cui sono stati collocati gran parte degli uffici pubblici, si rischia di rallentare enormemente tutto. Questo sicuramente non depone bene per una misura imprescindibile che di tutto avrebbe bisogno tranne che delle pastoie da pandemia sanitaria”.                                            

Il sistema bancario è pronto a giocare un ruolo fondamentale?                                                                            “Diciamo che il piatto è ghiotto: le grandi banche si stanno attrezzando per poter assorbire il credito derivante, non soltanto dall’ecobonus 110%, ma anche quelli che provengono dal sismabonus 110%, dal bonus ristrutturazioni 50% ed ecobonus 65 e 75%. Ma non solo le banche si stanno organizzando, ma anche le imprese. Un esempio viene da Napoli ed è destinato a fare scuola in tutto il Paese con la realizzazione di un consorzio a cui hanno aderito, fino ad ora, trecentocinquanta imprese edili, che attraverso un accordo con banche, per anticipazioni alle imprese e con l’Eni Gas in grado di assorbire il credito d’imposta proveniente dalle varie agevolazioni, sono in grado di consentire, a chi ha diritto, di farsi eseguire i lavori senza tirare fuori un euro. Un esempio mirabile non solo di best practice, ma soprattutto di genialità e lungimiranza tutta Made in Sud”.

Ha fiducia che queste agevolazioni siano attuabili?                                                                                                        “La fiducia si conquista, e se lo Stato non mette mano allo snellimento della burocrazia, tutto quello di cui abbiamo parlato fino a questo momento diventa fantascienza. Ecco, mettiamola così: si può essere fiduciosi sul fatto che chi ci governa inizi ad abbattere limitazioni e paletti inutili e garantisca la messa in opera dei lavori senza montagne di carta e decine di timbri. L'unica preoccupazione ch potrebbe cogliere, in questo frangente veramente particolare della nostra storia, è che la misura in se per se non rappresenti un'altro entusiasmante spot al quale poi seguiranno inevitabilmente i 'niet' di cassa. Ma noi siamo ottimisti, l'ottimismo è il profumo della vita recitava uno spot pubblicitario, peccato che è sempre il profumo di quella degli altri...”.

 

 

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