Grecia/ La Troika pronta a cedere a Tsipras. Così Atene non uscirà dall'euro

di Andrea Deugeni
@andreadeugeni
La vittoria del partito di estrema sinistra Syriza in Grecia non spaventa gli analisti politici in Europa. Per due motivi. Secondo Antonio Villafranca, senior research fellow e capo del programma Europa dell'Ispi, intervistato da Affaritaliani, il primo è che "Tsipras non riuscirà ad arrivare al 40% e in un governo di coalizione sarà costretto ad ammorbidire un po' le proprie pretese sul debito greco". Il secondo è che visto che "in Grecia è tornato l'avanzo primario e un'uscita dall'euro non converrebbe a nessuno, neanche alla Merkel, la Troika sarà disposta ad allentare le proprie condizioni". Ma attenzione ad altri haircut: "In futuro potrebbe spaventare gli investitori privati internazionali".
Si avvicina la data delle elezioni politiche in Grecia (22 gennaio). Il partito di estrema sinistra Syriza, che chiede di rinegoziare il debito anche con dei tagli, è in vantaggio su quello di centrodestra Nea Democratia di 3 punti percentuali. Sullo sfondo resta il rischio di uscita di Atene dall'euro. Come finirà la questione greca?
"Farei una piccola premessa sul debito greco, debito che viaggia intorno ai 300 miliardi di euro. Di questi, circa l'80% è in mano alla Troika. Se Ue, Bce e Fmi volessero, quindi, non ci sarebbe nessuna fonte di instabilità in Europa, ma si guardano bene dal fare affermazioni sul debito per non interferire in un esercizio democratico nazionale. Si guardano bene dal farlo. La Grecia è pronta ad andare alle urne perchè la situazione del Paese non è più quella di tre anni fa".
Può spiegare?
"Le condizioni generali del Paese sono migliorate. Il Pil è tornato a crescere di uno 0,6% nel 2014 e per quest'anno si prevede un incremento di poco inferiore al 3%. Ma ciò che è importante è che Atene è tornata ad avere un saldo primario di bilancio positivo. E' un elemento fondamentale".
Perché?
"Il saldo primario positivo significa che ci sono dei soldi che permettono alla Grecia di continuare a pagare pensioni, sanità, scuole e stipendi pubblici anche in un clima di instabilità finanziaria. L'avanzo le dà anche maggior margine nel gestire i rapporti con i propri creditori e cioè gli altri Paesi europei. Tutti i partiti in Grecia ora avvertono che è possibile avere delle condizioni migliori nei prestiti".
Certo, ma in un eventuale braccio di ferro con la Troika, sembra che Syriza possa agitare la minaccia dell'uscita dall'euro. Minaccia di fronte alla quale la Merkel potrebbe anche lasciare Atene al suo destino...
"Grexit è un'ipotesi che non conviene a nessuno. Neanche alla Germania che non si vedrebbe restituire i propri prestiti con grave danno per i propri tax-payer. C'è anche il rischio di una propagazione della crisi del debito ad altri Paesi. Insomma, Grexit porterebbe svantaggi per tutti in Europa se si decidesse di scoprire il vaso di Pandora. Inoltre, secondo gli ultimi sondaggi, soltanto un greco su tre vuole il ritorno alla dracma".