Debiti PA, Grilli: "Soldi prima alle imprese e poi alle banche"

Divisi da una vocale ma lontanissimi. Grilli e Grillo si sono scontrati anche sui debiti della PA. Un provvedimento che l'M5S aveva definito una porcata perché favorirebbe le banche. Il ministro dell'Economia ha sottolineato che "sarebbe pericoloso introdurre il principio che le banche non vadano pagate perché così la potenzialità delle imprese di essere finanziate dalle banche sparisce".
Il decreto legge del governo prevede infatti che gli istituti incassino i crediti ceduti alle banche dalle stesse imprese. Visto il polverone alzato dai pentastellati, Grilli ha precisato che, nonstante le banche abbiano tutto il diritto di esigere i propri crediti, dovranno mettersi in coda. "Pensiamo a una sequenzialità dell'operazione: prima dare liquidità alle imprese e poi alle banche", ha osservato il ministro. Dei 40 miliardi sbloccati solo una parte andrà agli istituti. Secondo l'Abi il 'pro soluto' (cioè la cessione dei credti alle banche) al 31 dicembre 2012 è di 9 miliardi. il governo deciderà se pagarli con una parte dei 40 miliardi o con tranche successive di riborsi. Il grosso dei crediti andrà agli enti locali: 12 miliardi nel 2013 e 7 miliardi nel 2014. Alla sanità 5 miliardi quest'anno e 9 il prossimo e allo Stato 7 miliardi in due anni. Non bastano. Bankitalia ha "finalmente" (come ha detto Giorgio Squinzi) fatto luce sull'entità dei debiti della Pubblica Amministrazione: "A fine 2011 si trattava di 90 miliardi, pari al 5,8% del Pil". Per chiudere l'intero processo, afferma Palazzo Koch servono circa 60 miliardi.
Un mare di crediti che dovrà arrivare il prima possibile alle imprese. Almeno su questo punto Grillo e Grilli sono vicini: "Sono d'accordo che non si può fare un decreto che rimanda a decreti attuativi", ha affermato il ministro dell'Economia. I tecnici del Tesoro starebbero infatti lavorando per garantire un decreto immediatamente applicativo. Serve comunque cautela. Anche se Grilli ha ribadito che lo sblocco dei pagamenti non intaccherà "gli obiettivi di saldo strutturale", non è "un''operazione senza costi perché l'emissione di più debito richiede maggiore spesa per interessi".