Il momento è terribile ma non tutto è perduto - Affaritaliani.it

Economia

Il momento è terribile ma non tutto è perduto

Vincenzo Caccioppoli

La tempesta perfetta sta arrivando senza che le istituzioni europee forse ancora si rendano conto degli effetti che questa emergenza sanitaria potrà avere sul piano economico. Le parole dei leader della opposizioni Salvini e Meloni, che da giorni parlano di almeno 30 miliardi di euro per far fronte alla emergenza, che subito a qualcuno sono parse spropositate. Rappresentavano l’esatto importo delle prime misure da mettere in campo. Le mosse delle banche centrali che hanno ridotto i tassi e iniettato liquidità non sono bastate per rasserenare i mercati. Le borse europee nella mattinata di oggi stanno registrando pesanti perdite con il Ftse Mib e il Dax in calo di quasi 10 punti percentuali. I ribassi fanno seguito a quelli della notte nei mercati asiatici dove gli indici hanno chiuso tutti in territorio negativo e i Futures americani sono stati sospesi per eccesso di ribasso. La mossa di domenica motte della Fed, la più importante dallo scoppio della crisi dei mutui subprime, non riesce dunque ad arginare le vendite. Oltre agli effetti delle misure restrittive adottate da sempre più Stati per contenere i contagi da Coronavirus, a spingere giù i listini contribuisce la notizia terrificante del crollo della produzione industriale cinese del 13,5% nei primi due mesi del 2020 ( il consensus dava +1,5%). Il Paese da cui è partito il contagio pandemico del Coronavirus è stato il primo a dover prendere drastici provvedimenti per arginare la diffusione della malattia. I morti in Cina sono finora oltre 3.000 mila. Ma un primo anche se approssimativo dato sulla reale ricaduta che questa emergenza potrà avere sull’economia globale la si può ricavare proprio dai primi dati che arrivano dalla Cina, paese che per primo ha dovuto affrontare questa emergenza nel mondo. E i dati sono a dir poco raggelanti. Tutte le principali voci economiche sono state disastrose per Pechino in questo avvio di 2020. Le vendite al dettaglio sono in calo del 20,5%, gli investimenti immobiliari del 24,5% e il tasso di disoccupazione è salito al 6,2%. A diffondere questi dati l'Ufficio Nazionale di Statistica di Pechino, che rileva come questo sia stato il peggiore crollo degli ultimi 30 anni. Soprattutto le previsioni sono per una contrazione del PIL cinese nel primo trimestre 2020, cosa che non si vedeva dal lontano 1989, ben 31 anni fa. Ma qualcuno si spinge a prevedere addirittura una contrazione del Pil, e non solo un suo calo di 2 o 3 punti, come previsto fino a qualche giorno fa. E la Cina chiaramente ha le possibilità di agire autonomamente sulla leva fiscale e monetari, senza dover aspettare autorizzazioni varie da autorità sovranazionali. Tutto questo ha spinto la Pboc ( Banca popolare cinese) ad annunciare l'espansione monetaria per 14,3 miliardi di dollari tramite prestiti a breve con tasso al 3,15%. Lo scopo, come per tutte le banche centrali mondiali ora in campo, è quello di garantire la liquidità necessaria ai mercati e alle banche, chiamate a sostenere le aziende. In questa direzione va il taglio annunciato venerdì ed effettivo da oggi delle riserve che le banche devono tenere presso la banca centrale. Pechino sta pensando di agire anche tramite la leva fiscale. Il livello di debito governativo relativamente basso lascia margine d'azione, con l'Istituto di statistica cinese che lo ha già evidenziato dopo la pubblicazione dei dati. Le misure potrebbero portare anche all'eliminazione delle barriere commerciali  La Cina insomma con le “tasche” piene di denaro e con la supremazia raggiunta in diversi comparti produttivi potrebbe paradossalmente uscirne rafforzata da questa emergenza, il cui conto più salato rischierebbe di restare proprio sulle spalle di un debole e mai cosi disunita Europa. Ma all’interno di questa Europa sempre ragionando per paradossi forse il paese che potrebbe uscirne meno indebolito potrebbe essere alla fine proprio il nostro, che da venti anni sconta un tasso di crescita fra i più bassi di tutta l’arera Euro, e che da questa battuta di arresto generalizzata potrebbe vedere ridursi le proprie distanze iniziali rispetto agli altri paesi, e un po' come nel caso di un gran premio, quando esce imporvvisamente la “safety car” in occasione di un incidente grave, per evitare danni maggiori e congelare per qualche giro la gara. Tutte le distanze fra le varie macchine vengono annullate ed e come se il gran premio ripartisse dall’inizio. E qualche volta in questi casi chi è ultimo si trova inaspettatamente a vincere la gara proprio a causa di questo inaspettato vantaggio. Certo per il nostro paese questa deve essere una occasione per superare le sue tante debolezze e contraddizioni che da sempre ne rallentano i gangli vitali, prima fra tutte la soverchiante burocrazia, ma forse solo una situazione cosi emergenziale potrebbe compiere un simile miracolo. I paradossi di cui fu maestro nell’antichità Zenone sono stati utili per sviluppare molti concetti alla base della matematica e della fisica moderne, e non si dovrebbe liquidarli banalmente, sopratutto quando in un momento come questo ogni appiglio può essere utile per trovare forza, coraggio e sollievo per poter andare avanti.

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