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Economia
Inflazione galoppante? "Esenzione fiscale per un anno sui primi 10.000 euro"

Inflazione galoppante, c’è rimedio? La proposta

Prima dell’avvento dell’euro tutte le nazioni con una propria moneta si difendevano dall’inflazione, importata e/o interna, con interventi di varia natura. In Italia siamo andati avanti per anni con la “scala mobile”, in altri frangenti svalutando la Lira e così via. Tutto ciò oggi non è più possibile perché è demandato alla Banca Centrale Europea, unica incarica della politica monetaria per la UE, e non deve chiedere il permesso a nessuno in relazione alla “gestione” della nostra valuta corrente.

E’ in questo periodo di forti tensioni internazionali, anche per mera speculazione, l’Europa, come altre nazioni, si trova in difficoltà nell’affrontare una inflazione che è galoppante. La domanda è: c’è rimedio? Le politiche da adottare sono sempre quelle scritte nei libri di cento anni fa? Nessuna novità? Ora l’inflazione sembra correre fra il 6 ed 9% (sono stime tendenziali) per un importo calcolato fino a 2.354,98 euro l’anno per ogni famiglia in Italia (Osservatorio Nazionale Federconsumatori).

Ecco allora una proposta:   

•    esenzione fiscale per un anno sui primi 10.000 euro, sapendo che la tassazione è del 23% teoricamente abbiamo la copertura dell’inflazione e, meglio ancora, se riservata ai soli redditi fino a 15.000 euro. I contribuenti in questa fascia sono 18.622.308 pari al 45,19% e l’importo totale sia aggirerebbe a 42.831.308.400 euro. Ora provate a fare un calcolo di quanto sarebbe il ritorno per lo Stato Italiano in termini finanziari. Vorrei suggerire una moltiplicazione fatta con la propensione al risparmio (100:11,3 = 8,8496) il totale è pari a euro 379.039.946.816, interessante? Possono giovarne il P.I.L. e le casse dello Stato (leggi imposte dirette e indirette)? Se invece siete più sofisticati possiamo utilizzare la formula della propensione marginale al consumo ossia la variazione della spesa dei consumatori in rapporto alla variazione del reddito ΔC / ΔI.

Anche per le famiglie in povertà assoluta (sono il 7,5%) esiste l’inflazione che va gestita anche con altre forme dirette di incentivazione. Ora, provate a pensare ad un semplice aumento di due punti percentuali sul tasso del debito pubblico ed ecco il conto: debito 2.680,5 MLD x 2% = 53,510 miliardi di euro circa 11 miliardi in più del calcolo supra scritto. Vi pare poco?

Pensate a pagare siamo sempre noi! Fatte le debite considerazioni in merito all’importo di cui sopra, posso dire che che è un problema monetario trattato ampiamente da Richard Cantillon (1680-1734 padre dell’economia politica): “Per giudicare la quantità di denaro in circolazione occorre quindi considerare sempre la velocità di tale circolazione” (Saggio sulla natura del commercio in generale - Giulio Einaudi Editore pag. 80). A mio avviso sarebbe controproducente portare avanti teorie che mi sembrano ormai obsolete e se non interveniamo direttamente su chi produce reddito e lo consuma, allora non ha più senso alcuna teoria e impostazione monetaria. Creare denaro per far fronte ad altro denaro è illogico, la storia economico-monetaria ce l’ha insegnato. Vogliamo fare qualcosa di nuovo o è sempre più facile” non pensare” ed attuare politiche monetarie vetuste con il famosissimo copia-incolla?

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