Economia
Inter, la dolorosa cessione del gioiellino Casadei fa bene solo al bilancio

Lo scorso anno vennero venduti Lukaku e Hakimi con plusvalenze da sogno, quest’anno potrebbe bastare il sacrificio del talentino
L’Inter vende Casadei per 20 milioni e certifica i suoi problemi di bilancio
Fino a qualche settimana fa Cesare Casadei era un giovanotto di belle speranze, capitano della Primavera dell’Inter, sconosciuto ai più. Oggi si è trasformato in un potenziale craque e, soprattutto, come un probabile rimpianto per la Beneamata. Brevemente i fatti: da un mese si parlava dell’interessamento del ragazzo, classe 2003, da parte di diverse squadre europee. Poi il Chelsea del miliardario americano Bohely ha raggiunto il prezzo richiesto dall’Inter: 20 milioni (15 fissi più cinque di bonus) che hanno convinto Marotta a impacchettare il baby fenomeno e a salutarlo con destinazione Londra. È la seconda baby cessione di questa sessione di calciomercato dopo l’addio ad Andrea Pinamonti finito al Sassuolo anche lui per 20 milioni.
Da qui però iniziano le disquisizioni più complesse. L’Inter ha fatto la scelta giusta? Da un punto di vista sportivo si potrebbe sospendere il giudizio. Storicamente il campionato italiano, se si escludono superstar come Paolo Maldini o Francesco Totti, è sempre stato “allergico” ai giovani talenti, specie se nostrani. E l’Inter in questo è sempre stata a maggior ragione pronta a investire sui giocatori affermati, più che sui prospetti. Prova ne sia l’affare Radja Nainggolan del 2018: Niccolò Zaniolo finisce alla Roma per 4,5 milioni mentre il centrocampista belga viene valutato quasi 40 milioni. Avanti veloce di un anno e si scopre che Nainggolan, che pure ha segnato il gol decisivo per la qualificazione alla Champions League, è un peso e viene messo fuori rosa. Per Zaniolo invece si parla di una valutazione intorno ai 60 milioni. È vero che l’Inter ha il 15% dei proventi su una eventuale rivendita ma…
Il problema, semmai, è capire che il bilancio della Beneamata è una bomba a orologeria. Gravato da 700 milioni di debiti complessivi, appeso al prestito da 275 milioni (con tasso al 12% annuo) concesso da Oaktree che scadrà a maggio del 2024. Costretto, dunque, a vendere ogni anno pezzi pregiati nella speranza di salvare le piume. Lo scorso anno vennero congedati Romelu Lukaku (per 115 milioni) e Achraf Hakimi per una sessantina. Quest’anno sembrava che le cose potessero andare meglio, perché le esigenze di bilancio parlavano di un’esigenza di 60 milioni entro il 30 giugno 2023. Ma le mani sono legate, come dimostra l’impossibilità di affondare per Paulo Dybala (finito a parametro zero alla Roma) e per Gleison Bremer (accasatosi poi alla Juve). Non solo: la cessione dolorosissima di Casadei – perché è difficile pensare che il Chelsea sia improvvisamente impazzito e abbia deciso di regalare 20 milioni all’Inter – potrebbe non bastare e potrebbe salutare anche Milan Skriniar, idolo dei tifosi e perno della difesa.
Uno scenario complesso in cui, tra l’altro, la dirigenza sta cercando di barcamenarsi come può, tra i diktat di Steven Zhang e le grida disperate dell’allenatore Simone Inzaghi. Casadei diventerà un grande giocatore, un potenziale alla Marco Verratti in un fisico più robusto. L’Inter potrà solo mangiarsi le mani, sperando però che il sacrificio del ragazzo non sia stato inutile. Se, infatti, negli ultimi giorni di calciomercato dovesse partire un big, allora sì che ci sarebbe da tremare.