Istat, la fiducia dei consumatori italiani vola ai massimi dal 2002
Un'altra buona notizia per Matteo Renzi arriva oggi dall'Istat. Secondo la rilevazione, infatti, il clima di fiducia dei consumatori e' al top dal giugno del 2002. Tredici anni fa, in quel mese, l'indice si attesto' a 112 punti mentre a febbraio scorso e' passato a 110,9 punti da 104,4, un aumento definito dallo stesso istituto di statistica "significativo".
Non solo. Vedono rosa anche le imprese: l'indice e' in ripresa e sale al top dal giugno del 2011, quando si attestò a 96,6. Anche qui un "deciso miglioramento", visto che a gennaio era a 91,6 e a gennaio è a 94,9.
Per quanto riguarda i consumatori, aumenta in misura piu' consistente l'indice per la componente economica (da 111,1 a 130,9) rispetto a quella personale che sale solo "lievemente" (da 102,2 a 103,7). L'Istat rileva che i giudizi dei consumatori migliorano sia con riferimento all'attuale situazione economica del Paese (a -73 da -101, il saldo), sia per quanto riguarda le attese (a 23 da -3, il saldo). Il saldo dei giudizi sulla dinamica dei prezzi al consumo negli ultimi 12 mesi mostra una diminuzione a -27 da -22 e quello delle attese per i prossimi 12 mesi conferma questa tendenza (a -33 da -31, il saldo). Migliorano decisamente le aspettative sulla disoccupazione (a 10 da 40, il saldo).
Riguardo le imprese, migliora il clima di fiducia di quelle dei servizi di mercato (a 100,4 da 94,9), del commercio al dettaglio (a 105,3 da 99,4) e della manifattura (a 99,1 da 97,6), mentre scende lievemente quello delle imprese di costruzione (a 76,6 da 77,4).
Nelle imprese manifatturiere migliorano sia i giudizi sugli ordini (a -20 da -23) sia le attese di produzione (a 5 da 3); il saldo dei giudizi sulle scorte di magazzino passa a 2 da 1. Nelle costruzioni peggiorano le attese sull'occupazione (a -18 da -17, il saldo), mentre i giudizi sugli ordini e/o piani di costruzione rimangono stabili (a -53).
Nelle imprese dei servizi migliorano le attese sugli ordini e sull'andamento dell'economia in generale (a -1 da -3 e a -2 da -17, i rispettivi saldi) mentre resta fermo a -9 il saldo dei giudizi sul livello degli ordini. Nel commercio al dettaglio migliorano sia i giudizi sulle vendite correnti (a -5 da -16) sia le attese sulle vendite future (a 13 da 8); in decumulo sono giudicate le giacenze di magazzino (a 4 da 5, il saldo).