Istat, una famiglia su quattro in disagio economico
Nel 2013 in Italia risultano occupate quasi sei persone su dieci in eta' 20-64 anni, un tasso di occupazione tra i piu' bassi in Europa, superiore solo a Grecia, Croazia e Spagna, unici paesi a superarci anche per tasso di inattivi (21,7% a fronte di una media Ue del 14,4%). E' quanto emerge dal rapporto dell'Istat 'Noi Italia', che segnala inoltre "un forte squilibrio di genere a sfavore delle donne e un marcato divario territoriale tra il Centro-Nord e il Mezzogiorno".
Il divario di genere e' piu' contenuto in Valle d'Aosta, maggiore in Puglia. Il tasso di occupazione dei 55-64enni e' pari al 42,7% (+2,3 punti percentuali rispetto al 2012), inferiore alla media Ue28 (50,1%). L'incidenza del lavoro a termine scende intanto al 13,2%, valore sostanzialmente in linea con la media europea ma inferiore a Germania, Francia e Spagna. Cresce invece la quota di occupati a tempo parziale (17,9%) soprattutto a causa dell'incremento del part time involontario. Cresce infine la disoccupazione di lunga durata (oltre 12 mesi), con un'incidenza del 56,4%, sopra una media Ue del 47,5% .
Reddito sotto la media per 6 famiglie su 10 Nel 2012 circa sei famiglie residenti in italia su dieci (62%) hanno conseguito un reddito netto inferiore all'importo medio annuo di 29.426 euro, pari a circa 2.452 euro al mese. In Sicilia si registra il reddito medio annuo piu' basso (circa il 29% in meno del valore medio italiano) mentre in Campania si osserva la piu' elevata concentrazione del reddito; all'opposto l'equita' si mantiene alta nella provincia autonoma di Bolzano. Nei primi mesi del 2014 il 43,5% delle persone over14 si dichiara molto o abbastanza soddisfatto della propria situazione economica, quota in aumento rispetto allo scorso anno (40,1%). Il livello di soddisfazione per la situazione economica presenta una forte variabilita' regionale, dal 66,2% di Bolzano al 30,2% della Sicilia.
In disagio economico quasi una famiglia su 4 "Il 23,4% delle famiglie vive in una situazione di disagio economico, per un totale di 14,6 milioni di individui". Secondo l'Istat, il 12,4% dei nuclei e' in "grave difficolta'". Il dato complessivo risulta comunque in calo rispetto al 24,9% dell'anno precedente.
Pil pro capite in Italia sotto media Ue Nel 2013 il Pil pro capite italiano, misurato in parita' di potere d'acquisto, risulta inferiore del 2,2% a quello medio dell'Ue28, e' piu' contenuto di quelli di Germania e Francia e appena superiore al prodotto interno lordo spagnolo. La quota dei consumi italiani sul Pil scende al 79,9%, ma si mantiene piu' elevata rispetto alla media dei 28 paesi Ue (78,5%) e a quelle dei principali paesi dell'area. L'incidenza degli investimenti e' poco meno del 18% e risulta inferiore alla media europea (19,3%); Francia, Germania e Spagna presentano incidenze superiori (rispettivamente 22,1, 19,7 e 18,5%).
In Italia pressione fiscale al 43,3%, secondi dopo Francia La pressione fiscale in Italia raggiunge il 43,3% nel 2013, un valore che tra i principali partner europei viene superato solo dalla Francia e che ci pone al sesto posto considerando tutti i 28 paesi dell'Unione. L'Italia, prosegue il rapporto, e' inoltre al secondo posto, dopo la Germania, per saldo primario in percentuale del Pil e al decimo posto per l'indebitamento netto, in calo del 2,8% nel 2013, mentre siamo terzi come rapporto debito/Pil (127,9%, peggio di noi solo Grecia e Portogallo). La Pubblica amministrazione italiana spende circa 13,5 mila euro per abitante, un valore leggermente superiore a quello medio dell'Ue28. Tra le grandi economie dell'Unione, Francia, Germania e Regno Unito presentano livelli piu' elevati, mentre la Spagna spende meno dell'Italia.
2,5 milioni di Neet - Sono due milioni e mezzo i giovani tra 15 e 29 anni che non studiano e non lavoro, i cosiddetti Neet. Dati del 2013 alla mano, si tratta del 26% degli under30, più di 1 su 4. Lo rileva l'Istat nel rapporto Noi Italia. In Ue peggio fa solo la Grecia (28,9%). Ne abbiamo il triplo della Germania (8,7%) e quasi il doppio della Francia (13,8%).(
In Italia la spesa per la protezione sociale supera il 30% del Pil nel 2013, prosegue l'Istat, laddove il suo ammontare per abitante sfiora gli 8 mila euro l'anno. All'interno della Ue, l'Italia presenta valori appena superiori alla media, sia in termini pro capite sia di quota sul Pil. In quest'ultimo confronto, nel 2012 i valori piu' elevati si registrano in Danimarca (34,6%), quelli piu' contenuti in Lettonia (14%). Nel 2013 sono state erogate in Italia 23,3 milioni di pensioni, con una spesa complessiva di poco inferiore a 273 miliardi di euro. Nell'Italia settentrionale si concentra la maggior parte delle prestazioni pensionistiche (47,8%) e della spesa erogata (50,7%). Il 56,2% dei comuni italiani ha attivato nel 2012 almeno un servizio tra asili nido, micronidi o altri servizi integrativi/innovativi per l'infanzia. La disparita' fra le regioni nella diffusione di servizi per l'infanzia e' ancora ampia, con valori che variano dall'8,8% della Calabria al 100,0% del Friuli-Venezia Giulia. Nel 2012, la percentuale di bambini di 0-2 anni che utilizzano servizi pubblici per l'infanzia e' pari al 13,5%. La distribuzione sul territorio nazionale e' molto disomogenea, con ampi divari tra il Nord-est (19,1%) e il Mezzogiorno (5%). A livello regionale, si passa dal 2,1% della Calabria al 27,3% dell'Emilia-Romagna.