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Economia
Italiaonline di Sawiris un'altra Embraco. Cig e profitti coi soldi pubblici

Mentre Whirlpool apre al ministro per lo Sviluppo economico Carlo Calenda e ai sindacati sui 497 licenziamenti della Embraco, c'è un altro caso aziendale in Italia che potrebbe finire come il gruppo che produce compressori per frigoriferi che gli americani vogliono chiudere dopo milionate di ore di cassa integrazione, ma su cui però non si sono accesi i riflettori della campagna elettorale. Ed è il caso Italiaonline dove alcuni lavoratori, in cassa integrazione dal 2016 - piemontesi come quelli di Riva di Chieri- sono in agitazione perché per loro potrebbe ripetersi il copione Embraco. Un copione in cui l'azienda dai bilanci floridissimi, dopo il ricorso alla cassa integrazione concessa proprio dal Ministero per lo Sviluppo (il dossier è finito in uno dei numerosi tavoli aperti al Mise da questo governo), potrebbe lasciare a spasso alcuni impiegati.

A livello nazionale i dipendenti di Italiaonline sono 826, di cui 242 in cigs a zero ore e 297 in cigs a rotazione, tutti addetti della sede di Torino. Cos'è successo nell’internet company italiana posseduta dal magnate egiziano delle comunicazioni Naguib Sawiris?

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Il business va a gonfie vele e gli affari pure. Secondo gli ultimi dati Audiweb, nel 2017 gli utenti unici sono stati in crescita del 6% rispetto al 2016, numeri che nel solo mese di dicembre hanno mostrato una ulteriore accelerazione, con 5,4 milioni di utenti unici giornalieri, di cui 2,6 milioni da mobile (in crescita del 29% su base annua), cosa che fa sperare in un risultato più che positivo per l’interno 2018 dopo che il gruppo ha già ha chiuso i primi nove mesi dell’anno passato con ricavi pari a 248,9 milioni di euro (-11% rispetto ai 280 milioni di un anno prima), ma un Ebida in crescita del 5,7% a 55,9 milioni (ed un margine di Ebitda salito dal 18,9% al 22,5%), un Ebit più che raddoppiato a 24,4 milioni di euro, dagli 11,3 milioni di un anno prima e un utile netto di 8 milioni, nonché con una posizione finanziaria netta positiva di 77 milioni (dai 69 milioni di fine settembre 2016).

Nonostante tali numeri i circa 500 dipendenti di Torino dei mille che in totale ha portato in dote Seat Pagine Gialle, ex “reginetta” di Piazza Affari alla fine degli anni Novanta, che dopo varie peripezie è stata fusa in Italiaonline un paio di anni or sono sono ancora in cassa integrazione straordinaria (alcuni avrebbero nel frattempo subito una decurtazione dello stipendio di un terzo) e i sindacati temono che a giugno, quando l’attuale piano di crisi, che prevede 276 casse “a zero ore” e altre 307 casse “a rotazione” 4 giorni al mese, giungerà a scadenza, possano scattare decine se non centinaia di esuberi. Come è possibile se Italiaonline non sembra affatto in crisi e non ha debiti?

sawiris
 

Perchè nel 2015, prima di fondersi con Italiaonline, Seat Pagine Gialle aveva siglato davanti all’allora ministro allo Sviluppo economico, Federica Guidi, un accordo coi sindacati che riduceva a poco più di 500 unità il numero dei lavoratori interessati dalla cassa integrazione rispetto agli oltre 700 inizialmente chiesti da Seat Pagine Gialle. La cosa “curiosa” è che Seat Pagine Gialle, dopo una crisi durata oltre un decennio, già all’epoca dell’accordo era tornata in salute dopo un concordato che aveva cancellato 1,4 miliardi di debiti consentendo al patrimonio netto della società di tornare in positivo per 174 milioni di euro (con una posizione finanziaria netta positiva di una settantina di milioni).

Tanto che Sawiris aveva poi sottoscritto un primo accordo coi fondi Goldentree (all’epoca socio di Seat Pagine Gialle al 29%) e con GL Europe (azionista al 25%, facente riferimento a Marc Lasry, miliardario americano grande sponsor e amico dei Clinton) per rilevarne il 53,9%. Un accordo “di ferro” visto che Lasry è tuttora socio al 13,883% e Goldentree al 16,216% e che l’intesa sindacale era stata poi trasferita “pari pari” da Seat Pagine Gialle a Italianoline.

Un “regalino” al faraone egiziano che ha comportato, tra l’altro, la chiusura della mensa, il dimezzamento degli spazi per i dipendenti e da ultimo la non applicazione della promessa (secondo i sindacati sottoscritta dall’azienda nel febbraio 2015) di erogare importi “una tantum” per compensare i prestiti erogati ai lavoratori sospesi a zero ore e poi trattenuti dall’azienda al momento del loro rientro in attività. Da parte sua il direttore del personale di Italiaonline, Andrea Fascetti, nega che un simile accordo sia mai stato sottoscritto e a chi prospetta un trasferimento in massa dei dipendenti di Torino alla sede di Assago (MI) una volta esaurita la Cassa integrazione non dà alcuna risposta se non l’invito esplicito a “soprassedere da inopportune allusioni o iniziative” che appaiono non solo “giuridicamente infondate e gravemente lesive dell’immagine della società” ma anche “palesemente contro la legge”. Nel frattempo nel maggio 2017 Sawiris si è “regalato” un cospicuo dividendo (48 degli 80 milioni distribuiti lo scorso anno).

Luca Spoldi 
Andrea Deugeni

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