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Economia
L'Fmi boccia l'Italia: debito troppo alto, nel 2023 sarà recessione

Fmi: per l'Italia rischi da inflazione, incertezza politica e bassa produttività

Il Fondo Monetario Internazionale "elogia l'efficace risposta delle autorità italiane alla pandemia" che ha portato a "una ripresa solida e completa". Lo scrive la delegazione dell'Fmi nel rapporto annuale sul nostro paese sottolineando "tuttavia, le nuove grandi sfide" che aspettano l'Italia: si va "dagli elevati prezzi dell'energia legati all'invasione russa dell'Ucraina, all'inasprimento delle condizioni finanziarie, dalle interruzioni della catena di approvvigionamento globale all'incertezza politica", tutti fattori che "hanno notevolmente offuscato le prospettive economiche". "Insieme alla debole produttività", fenomeno 'storico', tutti questi fattori evidenziano i rischi "associati all'elevato debito pubblico italiano". Nel 2022 il deficit sarà al 5,6%, il debito pubblico al 147,7%. 

Nel rapporto annuale sull'Italia il Fmi sottolinea "la necessità di miglioramenti continui e decisivi nei saldi di bilancio, a partire da quest'anno" e invita le autorità "a risparmiare parte delle entrate supplementari" legate alla ripresa e all'inflazione. E' un invito a non disperdere il 'tesoretto' che sta affluendo nei conti pubblici quello in arrivo da Washington, dove si elogia il nostro governo per " gli sforzi preventivi per rafforzare la sicurezza dell'approvvigionamento energetico" ma al tempo stesso si invita a mantenere "temporanei e mirati" i sussidi erogati per compensare l'aumento dei prezzi dell'energia.

Il Fondo indica poi altri interventi come la razionalizzazione della spesa corrente, l'ampliamento della base imponibile, il rafforzamento degli adempimenti fiscali e l'attuazione di riforme volte a favorire la crescita, tra cui quelle della pubblica amministrazione, della giustizia civile e sulla concorrenza. Interventi che - si spiega - "sono necessari per raggiungere e mantenere un considerevole avanzo primario" che serve a mantenere il debito pubblico su un percorso decisamente in calo.

Pil a +3% nel 2022, in calo nel 2023

La crescita dell'economia italiana "dovrebbe rallentare drasticamente e rimanere debole" a causa di diversi fattori, dalla guerra in Ucraina all'inasprimento della politica monetaria, dai problemi nella catena di approvvigionamento globale a una inflazione più elevata e persistente del previsto. Il Fmi ribadisce le stime formulate di recente nel World Economic Outlook con una crescita del 3% nel 2022 in forte rallentamento allo 0,75% il prossimo anno. L'inflazione media annua dovrebbe raggiungere il picco nel 2022 al 6,75% e scendere gradualmente in seguito. Il Fondo stima che negli anni successivi, con prezzi dell'energia in riduzione, l'Italia dovrebbe registrare una ripresa della crescita, rafforzata dalla spesa per investimenti pubblici nell'ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza.

Rischi sistemici di crisi economica

Tuttavia, ammonisce la delegazione FMI, c'è una "incertezza elevata" sulle stime di base con i rischi al ribasso che "potrebbero influenzare concretamente le prospettive, complicando il compito di ridurre il debito pubblico". I fattori di rischio sono un'ulteriore impennata dei prezzi dell'energia e un rapido inasprimento delle condizioni finanziarie che "potrebbero comprimere la crescita e pesare sugli sforzi di risanamento di bilancio". Focus poi sulla necessità di "realizzare gli investimenti e le riforme del NRRP" perché eventuali ritardi "ridurrebbero il sostegno alla domanda, indebolirebbero i miglioramenti della produttività a lungo termine e ritarderebbero i finanziamento dell'UE". Oltre al pericolo inflazione il Fondo sottolinea che "una sospensione completa delle importazioni di energia russe nei prossimi mesi potrebbe ridurre significativamente" il dato del Pil nel 2022 e nel 2023 rispetto alle stime attuali.

"I rendimenti dei titoli di Stato italiano sono aumentati e gli spread sono aumentati sulla prospettiva di inasprimento delle politiche monetarie e dell'incertezza politica in un contesto globale più debole". Lo afferma il Fondo Monetario Internazionale nel rapporto periodico sull'Italia osservando che "rafforzare il trend di crescita è essenziale per rafforzare le finanze pubbliche" e tenere sotto controllo l'elevato livello del debito pubblico
 

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