Labriola apre all'aumento dei prezzi all'ingrosso: "Perché non dovremmo?" - Affaritaliani.it

Economia

Labriola apre all'aumento dei prezzi all'ingrosso: "Perché non dovremmo?"

Il ceo di Tim: "In Europa ci sono oltre 100 operatori, negli Usa molti meno. Bisogna consolidare"

Tim, Labriola: "Perché non dovremmo alzare i prezzi?"

"Penso che in quest'anno si è cominciata a vedere una maggiore attenzione rispetto all'infrastrutture di telecomunicazioni. Occorre ribadire che questo non è un tema solo italiano ma è un tema europeo. Ci dobbiamo porre una domanda: per quale motivo in Europa abbiamo più di 100 operatori di telefonia mobile, con una superficie e una popolazione abbastanza simile a quella americana, mentre dall'altro lato dell'Oceano non abbiamo tutti questi operatori? Questo è un business di economie di scala, 120 operatori mobili non reggono". Così, a margine della presentazione di 'Distretto Italia' a Roma, l'ad di Tim, Pietro Labriola.

“È sotto gli occhi di tutti - ha aggiunto il ceo dell'ex-Sip - che siamo in un contesto nel quale i tassi interesse stanno salendo, l’inflazione c’è, mi spiegate perché noi sui prezzi wholesale non dovremmo recuperare l’inflazione? Ricordo che con quest’adeguamento noi saremo comunque ben al di sotto, in molti casi, a quelli che sono prezzi wholesale degli altri. Quindi mi sembra che sia una richiesta legittima ed è un trend che c’è a livello europeo” ha spiegato Labriola commentando la  proposta messa in consultazione dall'Agcom per i prezzi di accesso alla rete di Tim pagati dagli operatori alternativi, che prevede un rialzo, nel 2023, dei costi del rame. “Mi sembra che non è Agcom che ha sollevato alcune criticità ma sono gli altri operatori”.

Nello specifico, per il 2022, i prezzi di accesso alla rete resterebbero immutati rispetto al 2021, mentre per l'anno successivo aumentano i prezzi relativi al rame, diminuiscono quelli relativi alla fibra. Su questo Labriola spiega: “Vogliamo lo switch off del rame? Se abbasso i prezzi non c’è lo switch off del rame. Al di là di questo, poi devo mettere in fila tutti quanti gli argomenti. Nel momento in cui scende il numero di clienti in rame e tu paradossalmente hai un’infrastruttura in rame che devi gestire, il costo unitario sale, penso che sia matematica”.
 
Secondo Labriola, però, “il nostro paese  deve rincominciare a fare dei ragionamenti più strutturali su quello che è l’interesse delle telecomunicazioni. È stato creato a livello di ministero Sviluppo Economico e del ministero dell’innovazione", ha osservato, "un tavolo di lavoro perché le telecomunicazioni a oggi non hanno ritorno sull’investimento”.
   
Occorre quindi “incominciare a ragionare su come è cambiato questo settore. Ricordiamoci che l’ultimo grande ciclo di investimenti netti è stato fatto quando abbiamo costruito le reti in rame quando l’operatore era un concessionario pubblico e c’erano determinati ritorni su un investimento. Oggi è complesso trovarsi in una condizione nella quale tu investi su un servizio o sull’infrastruttura che ha un ritorno sull’investimento a 8-10-12 anni e non hai certezza del ritorno sull’investimento”, ha concluso Labriola.