Lavoro/ Italia nella tempesta perfetta. Superare la crisi ora non sarà facile

Sul mercato del lavoro italiano è scoppiata una tempesta perfetta a lungo preparata dal montare, inesorabile, di tre fattori chiave, il primo dei quali è il cuneo fiscale, che su una busta paga italiana è ormai arrivato a pesare il 47,6% a fine 2011, contro una media del 35,3% nell'intera area Ocse e che rende sempre più costoso, al lordo, l'utilizzo di questo fattore produttivo e contemporaneamente pone l'Italia tra i paesi con le retribuzioni nette più basse dell'area, cose che contribuisce a deprimere il reddito disponibile e dunque i consumi, alimentando ulteriormente la crisi della domanda interna.
Gli altri due fattori sono invece l'invecchiamento e allungamento della speranza di vita della popolazione, che da una parte porta ad aumentare l'età pensionabile e a passare, anche in quei paesi che ancora non l'hanno fatto, da sistemi previdenziali retributivi a sistemi previdenziali contributivi, dall'altra tende ad aumentare le spese sanitaria scaricandone una parte sempre maggiore su imprese e lavoratori stessi e la perdurante assenza di crescita, ormai sparita dai radar da oltre 15 anni in termini reali, come più volte ricordato dalla Banca d'Italia.
Il mescolarsi di queste tre variabili ha creato negli anni una situazione di grande sofferenza che ha finito col colpire tutti, dalle fasce più deboli del mercato (giovani, lavoratrici donne e disoccupati di lungo periodo) a quelle finora più tutelate ma ora sempre più a rischio, quei lavoratori over quarantenni che finora hanno goduto di contratti a tempo indeterminato sia nel settore pubblico sia in quello privato e che ora perdono il posto e non riescono a trovarne uno nuovo, essendo ancora dieci o vent'anni lontani dall'agognata pensione.