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Economia
Lazio, Campania e Lombardia trainano la nascita di nuove imprese nel 2019

Poco più di 350mila imprese nate in Italia nel 2019 trainate da food, turismo e dai servizi, 5mila in più rispetto all’anno precedente, oltre 326 mila quelle che hanno chiuso i battenti nello stesso periodo, 10mila in più rispetto al 2018. Il Centro Studi di Casartigiani Napoli ha elaborato i dati Unioncamere sulla natalità-mortalità delle imprese nel 2019 dell’intero Paese.

“27mila imprese in più nel 2019 (+0,4%), ma è il saldo minore degli ultimi cinque anni”, afferma  Francesco Balletta, presidente del Centro Studi Casartigiani Napoli, già direttore del Dipartimento di Storia economica dell’Università Federico II. In crescita le imprese legate al food e nei servizi, ancora in contrazione commercio, agricoltura e manifattura. Rallenta la crisi dell’artigianato. Il saldo nazionale però resta in rosso.

Secondo l’organismo degli artigiani, tra entrate e uscite positivo per 26.629 imprese, il saldo minore degli ultimi cinque anni. A fine dicembre 2019 lo stock complessivo delle imprese esistenti ammontava a 6.091.971 unità.

A guadagnare terreno sono stati i settori dei servizi legati al turismo (8.211 imprese in più per l’alloggio e la ristorazione), le attività professionali (+6.663), i servizi alle imprese (+6.319) e sulla scia del basso costo dei mutui e degli incentivi al recupero edilizio ed energetico, le attività immobiliari (+4.663) e le costruzioni (+3.258).

Si restringe invece ulteriormente (-4.107 imprese) la platea dell’industria manifatturiera, quella del commercio (-12.264) e dell’agricoltura (-7.432).

Segnali se non positivi, quantomeno incoraggianti vengono dall’artigianato -afferma Fabrizio Luongo vicepresidente vicario della Camera di Commercio di Napoli, già direttore Casartigiani Napoli- che, pur chiudendo in rosso il bilancio annuale (-7.592 attività), dopo otto anni vede tornare a crescere il numero delle iscrizioni di nuove imprese. “Devo dare atto all’impegno profuso dal presidente della Cciaa di Napoli, Ciro Fiola (nella foto, seduto con Luongo), che ha concentrato particolare attenzione ai bisogni delle micro e piccole imprese, facendosi interprete delle vere difficoltà e attuando tramite l’ente camerale una politica accurata ed attenta al sostegno e rilancio di questo strategico settore”.

Guardando alla geografia delle imprese, a restare al palo tra le grandi macro-ripartizioni (confermando la performance del 2018) è stato il Nord-Est (-0,1% il tasso di crescita, equivalente a circa mille imprese in meno nei dodici mesi).

Il dato più positivo riguarda il Mezzogiorno che, con una crescita di 14.534 unità, da solo determina oltre la metà (il 54,6%) di tutto il saldo positivo dello scorso anno.

Tra le regioni, la crescita più sensibile in termini assoluti si registra, ancora una volta, nel Lazio (con 9.206 imprese in più rispetto al 2018, corrispondenti a un tasso di crescita dell’1,4%, il migliore tra le regioni), seguito da Campania (5.746) e Lombardia (+5.073).

Sul fronte opposto Piemonte (-1.517), Emilia-Romagna (-1.431) e Marche (-909) sono le regioni che hanno fatto segnare le contrazioni più apprezzabili nel numero di imprese registrate mentre, in termini percentuali, a segnare maggiormente il passo è stato il Friuli Venezia Giulia (-0,7%).

A conferma di un trend ormai consolidato, il bilancio del tessuto imprenditoriale resta positivo quasi esclusivamente per merito delle società di capitali (+3,52% il loro tasso di crescita nel 2019, per un saldo pari a ben 60.382 imprese in più rispetto al 2018).

Un ‘bottino’ sufficiente a compensare la perdita di circa 18mila società di persone (-1,8%) e di poco più di 16mila imprese individuali (-0,5%).

 

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