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Economia
Ma quale maxi piano Ue. Cosa non vi dicono del fondo anti crisi

Da ieri si parla di un maxi piano Ue per salvare nel 2021 l’economia dalla crisi da Coronavirus. Ma in Italia i fondi (si è parlato di circa 172 miliardi di euro circa di cui 81 a fondo perduto) così in ritardo rischiano di essere immessi in un tessuto economico già compromesso. I capitali europei e mondiali, per la felicità degli esterofili radical chic, già si stanno muovendo per gli “acquisti” nel Belpaese che diverrà sempre più ingestibile, viste le possibili tensioni sociali. Rischiamo di diventare una polveriera ma anche per chi è partito con la “campagna acquisti”! 

Forse solo così ci lasceranno in pace? Difficile a dirsi. 

Su cosa aspettarci abbiamo parlato con Nino Galloni, uno degli economisti più interessanti del nostro Paese. Figlio del ministro Giovanni Galloni, l’esponente della Democrazia Cristiana e vicepresidente del CSM, Nino Galloni è stato allievo di Federico Caffé, uno dei principali diffusori della dottrina keynesiana in Italia. Galloni è stato anche funzionario di ruolo al ministero del Bilancio e della Programmazione Economica edirettore generale a quello del Lavoro, rappresentandolo anche all’OCSE. Docente presso la Università degli Studi di Roma, la Cattolica di Milano, la Luiss di Roma, le Università di Napoli e Modena è uno dei principali economisti post-keynesianaitaliani ed è autore di numerosi saggi.

 

Avrà letto del piano europeo, degli 81 miliardi a fondo perduto. Si sostiene che potrebbero arrivare nel 2021, ma con le imprese sul lastrico e i lavoratori che non sanno di che mangiare mi sembra un pò troppo tardi… ci prendono in giro?

“Non è che ci prendono in giro. Loro vanno con i loro tempi e con i loro problemi. I Paesi del Nord i loro soldi li hanno già dati ai loro cassintegrati e a quelli che hanno perso il lavoro con le aziende. Non è che perché noi siamo rincoglioniti possiamo pensare che loro ci salvino dal nostro rincoglionimento”.

 

È un problema tutto di classe politica italiana quindi?

“Nel piano non vedo questo grande successo perché in fondo sono 80 miliardi, gli altri 90 sono dei prestiti. Sarebbe stato diverso se fossero arrivati subito, il primo giorno che si è chiuso tutto. Si ridistribuivano e logicamente non era male, capisce?”

 

In più sorge il dubbio che i soldi arrivino con il tessuto sociale già troppo compromesso e Bruxelles sarà anche pronta a chiedere politiche di austerity per rientrare dei prestiti. In fondo ci ha aiutato…

“Possibile, possibile”

 

Conte ha detto oggi che quelle risorse economiche che arrivano da Bruxelles potrebbero servire per abbassare le tasse. Non hanno capito in che condizioni è l’Italia...

“Le tasse si stanno già abbassando perché si rischia di non pagarle più. Non ci sono più soldi da versare. I problemi nascono perché invece di fare un progetto per ragionare poi su come finanziarlo si parte al contrario e ci si chiede: dove sono i soldi? Quanti soldi ci sono? E subito dopo: allora dividiamo! Metà al tuo ministero e metà al mio. Senza un progetto reale. Facendo oltretutto delle figure indegne a livello europeo. È chiaro che gli olandesi e i Paesi del Nord Europa hanno un odio atavico nei confronti dell'Italia. Sono stati nutriti semplicemente di storie inventate. C'è tutta una propaganda sulla mafia e la camorra che fa pensare che in Italia ci siano solo mafia e camorra. E poi ci sono tutta una serie di scandali sui fondi europei. Loro non sono simpatici ma noi abbiamo contribuito a farci del male con l’autopropaganda negativa. Non sappiamo fare i nostri interessi, a differenza loro”.

 

Ma qui c'è il rischio di tensioni sociali sempre più alte, perché la gente è già pronta a scendere per strada, ci sono famiglie che non sanno più che mangiare. I Paesi sono fatti di persone, non siamo numeri...

“Sì, certo, tutto vero”.

 

Cosa dovrebbe fare il governo e che in questo momento non sta facendo? Il governo ha le redini dell'economia...

“Era meglio se fosse stata creata un po' di moneta parallela. Poteva essere una soluzione, la prima che mi viene in mente. Però intanto sarebbero arrivati i soldi per le persone. Lo Stato doveva stampare un’altra moneta e darla alla gente a fondo perduto per le spese. Al limite la Bce e la Ue si sarebbero messe di traverso a cose fatte, ci sarebbe stata una discussione, delle tensioni. Lo Stato italiano immette moneta parallela e tu, Europa, vuoi che io Stato non lo faccia? Ricompratela ed io Stato non lo immetto più. Alla fine la Bce l’avrebbe ricomprata togliendola dal mercato. Avremmo così però dato alla gente i soldi di cui aveva bisogno. Ci vuole una dinamicità e un’elasticità mentale che non non vedo negli attuali gruppi dirigenti”.

 

Ma è un problema proprio di incompetenza, di non conoscere i meccanismi di funzionamento dell’economia, della politica e dello Stato o di cosa?

“Questa generazione non la conosco come le precedenti. C'erano molti limiti anche nella prima Repubblica ma con quei gruppi potevi parlare, capivano quello che dicevi. Sono esterrefatto di questi attuali. Molti sono a libro paga delle case farmaceutiche per proporre vaccinazione di massa. Poi non capiscono che se un'azienda perde il 50% del fatturato non stringe la cinghia ma chiude. Stringo la cinghia se perdo il 10, il 20% del fatturato. Ma non lo capiscono. Di macroeconomia non ne parliamo. Proprio non esiste la nozione, non sanno che cosa sia la macroeconomia. Sono lì che non hanno mai vinto un congresso, non sono neanche stati eletti. Siamo passati da quelli che facevano politica perché vincevano i congressi e avevano fatto tutta una trafila dalla politica locale a quella nazionale. Bene o male ci trovavamo nei ministeri qualcuno che capisse qualcosa. Ora siamo passati a quelli che vengono eletti con qualche decina di ‘mi piace’. Oggi non ci sono neanche più i 50 mi piace dati ai rappresentanti dei Cinque Stelle agli inizi, un movimento che è totalmente degenerato in modo vistoso, come abbiamo visto. Questo è il quadro”.

 

E’ evidente che per tempistiche e modalità quello che serve al Nord europa non è adatto a noi e viceversa. Ma in Italia sembra mancare la politica. Come la si rigenera?

“Se anche si fa una rivoluzione, dopo un grande cambiamento e un grande trambusto poi si ha il problema di dove prendiamo una nuova classe dirigente. Mettiamo quelli che hanno passato metà della loro vita a cliccare su una tastiera? Pensa che possano risolvere problemi di questa portata?”

 

Ci sono però competenze in questo Paese per poter gestire meglio lo Stato o no?

“Peggio di questi che abbiamo è impossibile. Ci sarebbero le competenze ma una classe dirigente vuol dire anche che è gente che ‘si parla’, prima di pensare che qualcuno possa finire dentro un ministero, un sottosegretariato, eccetera . Poi c'è sempre il problema del deep State, quegli organismi, legali o meno, che grazie ai loro poteri negli apparati economici, militari, strategici condizionano l'agenda. Sono cambiati i governi con Gentiloni, Renzi, la Lega-Cinque stelle-Conte, Conte-CinqueStelle-Pd ma il deep State è rimasto lo stesso”.

 

Da cosa ripartire? Mi sembra manchi una visione e una forza unitaria che tenga uniti strati intellettuali e sociali estesi...

“L'unico modo che ha questo Paese per ripartire è farlo dalle imprese. Non vedo altro. Il problema però è che nelle imprese non c’è un livello di consapevolezza adeguato. Gli imprenditori sono bravi nel loro mestiere ma ho dei dubbi che siano in grado di gestire un Paese. L'unico soggetto che aveva un livello di consapevolezza elevato era la pubblica amministrazione, dove il livello di consapevolezza deve essere più alto perché è lo Stato. Ma non c’è più. Quelli che erano bravi li abbiamo eliminati. Si sono innestati gruppi che pensano solo a fare i propri traffici. Ci siamo ficcati in un corto circuito. Sono andati ai vertici del Paese i portaborse dei vecchi politici, poi sono arrivati i sindacalisti, poi quelli della Bocconi, ora abbiamo questi delle case farmaceutiche e dintorni che è ancora peggio”.

 

Visto che nel bene e nel male la differenza la fanno sempre le persone. E ne basta uno solo per fare dei disastri o fare delle cose eccezionali...

“La classe politica si forma nella lotta e nello studio. Durante il fascismo si è formata una classe dirigente tra il Vaticano, gli Stati Uniti e l'Inghilterra. La lotta è attualmente in corso ma vuol dire che abbiamo davanti 10 anni e poi verrà fuori qualcosa di diverso. Non ti so rispondere. Vedo solo che attualmente viviamo in un Paese senza uno spirito unitario. Ognuno pensa alla sua parrocchietta, magari a ‘vendersi’ per un posticino, portandosi dietro ovviamente i suoi, ma non è che si cerca di unirsi tutti quanti”. 

 

 

 

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