Manager / Elon Musk, da nerd bullizzato a manager più potente del pianeta: chi è l'uomo che vale un trilione di dollari - Affaritaliani.it

Economia

Ultimo aggiornamento: 09:09

Manager / Elon Musk, da nerd bullizzato a manager più potente del pianeta: chi è l'uomo che vale un trilione di dollari

Da Zip2 a SpaceX, passando per Tesla e X: la storia di un uomo che ha trasformato l’ambizione in religione

di Rosa Nasti

Manager / Elon Musk, da ragazzino bullizzato a Pretoria a uomo da un trilione di dollari: chi è il miliardario che voleva Marte e si è preso la Terra

Austin, Texas. È qui che, in un pomeriggio di novembre, gli azionisti di Tesla hanno scritto un nuovo capitolo della storia economica contemporanea. Con oltre il 75% dei voti favorevoli, hanno approvato il nuovo "pacchetto retributivo" di Elon Musk: un piano decennale da 1.000 miliardi di dollari potenziali, articolato in dodici tranche di obiettivi industriali e finanziari.

Un numero monstre, perfino per l’uomo più ricco del mondo. Se Tesla raggiungerà gli ambiziosi traguardi fissati, fra cui la messa su strada di un milione di taxi autonomi e il raggiungimento di una capitalizzazione di 8.500 miliardi di dollari, più di otto volte l’attuale, Musk diventerà il primo "trillionaire" della storia.

Un voto, quello di Austin, che vale più di un assegno: è un’investitura, quasi una plebiscitaria dichiarazione di fede. La maggioranza degli azionisti ha scelto Musk, o, più precisamente, ha scelto di non perderlo. Lui, del resto, lo aveva detto chiaramente: "Se il piano non passa, potrei lasciare Tesla".  D’altronde, Musk non è un amministratore come gli altri, e forse neanche il più "comune" degli uomini.

Elon Reeve Musk nasce il 28 giugno 1971 a Pretoria, Sudafrica. Il padre, Errol Musk, è un ingegnere; la madre, Maye Haldeman, modella e nutrizionista canadese. È un bambino introverso, con un’intelligenza precoce e un carattere solitario. A scuola viene bullizzato brutalmente, finisce persino in ospedale, ma lui reagisce rifugiandosi nei libri e nella programmazione. A soli 12 anni scrive e vende un videogioco, Blastar, incassando 500 dollari. È il primo guadagno dell'uomo destinato a diventare il più ricco al mondo.

A diciotto anni lascia il Sudafrica dell’apartheid e vola in Canada. Dopo due anni alla Queen’s University di Kingston, si trasferisce negli Stati Uniti, dove ottiene due lauree alla University of Pennsylvania, in Fisica ed Economia. Poi un rapido passaggio a Stanford, abbandonato dopo due giorni.

È il 1995. Internet è un territorio da pionieri e Musk decide di piantarci la sua bandiera. Con il fratello Kimbal fonda Zip2, società che fornisce guide cittadine online ai quotidiani. Quattro anni dopo la vende a Compaq per 307 milioni di dollari. Ne incassa 22 e li reinveste subito in una nuova impresa: X.com, servizio di pagamenti digitali. Dopo una fusione con Confinity, nasce PayPal, che nel 2002 eBay acquisterà per 1,5 miliardi di dollari.

Con il ricavato Musk non compra yacht o ville, compra sogni. Cento milioni li mette in SpaceX, settanta in Tesla, dieci in SolarCity. "Dovetti chiedere soldi in prestito per pagare l’affitto", confesserà anni dopo. Ma la sua logica non erò quella del risparmiatore ma del giocatore che rimescola il mazzo ogni volta che perde una mano.

Con SpaceX, fondata nel 2002, Musk punta dritto verso Marte. I primi lanci falliscono, i razzi esplodono, ma lui non si ferma. Nel 2008 il Falcon 1 diventa il primo razzo privato a raggiungere l’orbita. Poi arrivano i Falcon 9, i Falcon Heavy, le missioni verso la ISS, i contratti con la NASA. SpaceX diventa sinonimo di razzi riutilizzabili, abbattendo i costi di accesso allo spazio e aprendo la strada a una nuova economia orbitale. L’orizzonte di Musk è ben chiaro: colonizzare Marte.

Anche quando, nel gennaio 2025, la navetta del programma Artemis esplode dopo otto minuti di volo, Musk reagisce con la stessa calma glaciale che lo contraddistingue. "Fail fast, learn faster", fallisci in fretta, impara più in fretta. È la sua filosofia.

Ma se SpaceX rappresenta il futuro dell’umanità, Tesla è il suo presente. Musk entra nel capitale nel 2004, e ne diventa presto l’anima. Con Tesla trasforma l’auto elettrica da mera curiosità ecologica a status symbol. Ha ridefinito l’immaginario automobilistico, ha costretto i colossi storici, da Toyota a Volkswagen, a rincorrerlo. Ma soprattutto ha costruito un ecosistema di prodotti: auto, batterie, pannelli solari, robot.

Da qui, Musk ha continuato ad allargare i confini del possibile. Nel 2015 co-fonda OpenAI, poi lasciata nel 2018. Nello stesso periodo lancia Neuralink, che studia interfacce cervello-macchina. Con The Boring Company sogna città attraversate da tunnel per auto e treni supersonici. Nel 2022 compra Twitter per 44 miliardi di dollari, lo ribattezza X e lo trasforma.

Dietro il manager, resta però un uomo complesso. Musk ha dodici figli, due matrimoni, varie compagne, una vita sentimentale alquanto movimentata. Nel 2021 ha dichiarato pubblicamente di avere la sindrome di Asperger. Non lo nasconde, anzi lo rivendica come parte del suo modo di pensare "diverso". È riservato ma imprevedibile. 

Negli ultimi anni ha preso posizioni sempre più conservative, sostenendo apertamente Donald Trump nella corsa alla Casa Bianca e finanziando un comitato politico da 75 milioni di dollari. Una scelta che ha diviso l’opinione pubblica. Ma dietro l’aura del genio c’è anche un lato oscuro: la concentrazione di potere, le critiche per le condizioni di lavoro, l’ossessione per il controllo, il culto della personalità.

Musk è allo stesso tempo l’incarnazione e la contraddizione del capitalismo tecnologico: il visionario che rischia di diventare il suo stesso sistema. Una cosa però è certa, Musk ha riscritto le regole del potere industriale. Non è il semplice ceo che guida un’azienda; è l’azienda a orbitare intorno a lui. E mentre sogna di colonizzare Marte, la Terra continua a chiedersi se l’uomo più ricco e controverso del pianeta sia il profeta del futuro o il suo più pericoloso esperimento.