Economia
Manovra e patrimoniale, è ancora scontro aperto tra governo e opposizione. Ma in Europa solo pochi Paesi tassano la ricchezza
Giorgetti esclude nuove imposte sui patrimoni, Schlein chiede maggiore equità fiscale. In Spagna, Norvegia e Svizzera l’imposta esiste, ma con criteri diversi da quelli italiani

Manovra e patrimoniale, è ancora "scontro" tra maggioranza e opposizione
Non s’arresta lo scontro a distanza tra maggioranza e opposizione sulla manovra economica, con la tassazione dei patrimoni al centro del dibattito. In questi giorni il confronto si è intensificato, con posizioni nettamente contrapposte su equità fiscale e interventi a sostegno dei redditi più bassi. Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, intervenendo oggi in video collegamento a Bergamo, ha difeso con forza la linea dell’esecutivo, sottolineando che "chi guadagna duemila euro non è ricco" e che l’obiettivo della legge di bilancio è "sostenere chi lavora".
Giorgetti ha spiegato che la manovra destina "circa 18 miliardi per i redditi fino a 35 mila euro, e poi fino a 50 mila", ribadendo che "i sacrifici vengono chiesti a chi può permetterselo". Il ministro ha aggiunto che l’intervento del governo "non è contro nessuno, ma a favore di chi tiene in piedi il Paese ogni giorno con il proprio lavoro". Tra le misure principali, Giorgetti ha citato anche la revisione dell’Irpef, con detrazioni mirate a sostenere famiglie e lavoratori a reddito medio-basso.
Dal fronte opposto, la segretaria del Pd, Elly Schlein, ha replicato contestando la struttura della manovra e la sua impostazione fiscale. "Con il governo Meloni la pressione fiscale è salita al 42,8%, il livello più alto degli ultimi dieci anni", ha dichiarato, denunciando che la revisione dell’Irpef "avvantaggia per l’85% le famiglie più ricche". Schlein ha chiesto "una maggiore equità fiscale" e interventi concreti per "alleggerire il peso su lavoratori e pensionati". In particolare, la leader dem ha sottolineato la necessità di affrontare le imposte sugli immobili e il peso crescente dell’Imu per molte famiglie, che secondo lei grava in misura sproporzionata sui ceti medi.
Il confronto si è ulteriormente acceso ieri con lo scontro a distanza tra la premier Giorgia Meloni e la leader dem. Meloni ha ribadito la posizione della maggioranza: "Le patrimoniali ricompaiono ciclicamente nelle proposte della sinistra, ma con la destra al governo non vedranno mai la luce". Immediata la replica delle opposizioni, che hanno accusato a loro volta l’esecutivo di favorire i redditi più alti e di non affrontare le disuguaglianze.
Il tema della tassazione dei patrimoni non riguarda però solo l’Italia. A livello europeo, la patrimoniale è un fenomeno "raro". Secondo un’analisi di Sky TG24, solo Spagna, Norvegia e Svizzera applicano un’imposta generale sul patrimonio netto. In Spagna, l’imposta riguarda patrimoni superiori a 700 mila euro, con aliquote progressive fino al 3,5%, variabili a seconda delle comunità autonome.
In Norvegia, la tassa si applica ai patrimoni netti oltre 1,7 milioni di corone (circa 146 mila euro), con aliquote fino all’1,1%. In Svizzera, invece, la patrimoniale è gestita a livello cantonale, con aliquote tra lo 0,05% e lo 0,3%. La Francia, dopo aver abolito la patrimoniale generale nel 2017, tassa oggi solo i patrimoni immobiliari netti superiori a 1,3 milioni di euro, con aliquota massima dell’1,5%. In Italia, invece, non esiste alcuna patrimoniale sul patrimonio complessivo. Restano vigenti imposte specifiche come l’Imu sugli immobili, il bollo su conti correnti e prodotti finanziari, e imposte minori legate ad attivi finanziari o immobiliari di lusso.
Va ricordato che l'idea di una tassa sulla ricchezza torna ciclicamente nel dibattito politico, ma finora nessun governo l’ha mai introdotta, preferendo interventi mirati sui redditi o sulle detrazioni fiscali. Il confronto politico rimane quindi aperto: da un lato, la maggioranza ribadisce la volontà di non introdurre nuove imposte sui patrimoni; dall’altro, le opposizioni chiedono un sistema fiscale più progressivo, in grado di far contribuire in misura maggiore i redditi più elevati.
