A- A+
Economia
Migranti,Rondinelli (5S):"Più soldi per l'agricoltura.No a sanatorie di massa"

In questi giorni si parla tanto della proposta del Ministro Teresa Bellanova di regolarizzare gli immigrati che sono e possono essere parte dell'attività di ripresa dell'agricoltura in Italia. Ovviamente anche nella prima settimana della fase 2 della pandemia la parola immigrazione da sola ha prodotto lo stesso dibattito politico mediatico che ha generato per almeno 10 anni in Italia, come se fossimo tornati indietro con la macchina del tempo alle navi bloccate fuori dai porti e allo ius soli.

Questo ha ovviamente coperto un tema che è stato, è e sarà invece decisivo per l'Italia, che è quello di come si potrà gestire e cambiare l'agricoltura in una emergenza sanitaria come quella che stiamo vivendo e in una emergenza economica come quella nella quale stiamo entrando. In Europa si stanno decidendo cose che potrebbero impattare in modo straordinario sulla nostra agricoltura perché lo faranno su quella di tutto il Continente e forse l'occasione offerta dalla polemica intorno alla proposta della Bellanova ci può far ritornare a dare attenzione a un tema che spesso viene lasciato come una Cenerentola dell'economia italiana. Ne parliamo con Daniela Rondinelli, parlamentare europea del M5S dal 2019, che sta seguendo e partecipando alle scelte difficili che il Parlamento Europeo sta affrontando sull'agricoltura. 

Onorevole Rondinelli, Lei in queste settimane e anche negli ultimi giorni ha partecipato ai lavori del Parlamento Europeo che hanno affrontato proprio i cambiamenti nell'agricoltura europea che avranno impatto anche sulla nostra.

Per cominciare cosa ne pensa della discussione intorno alla proposta del Ministro Bellanova, che forse ha un equivalente in altri Paesi Europei come il Portogallo?
"E’ indubbio che la pandemia ha messo in difficoltà la nostra agricoltura che ha bisogno di lavoratori stagionali e di manodopera per i raccolti nelle campagne che normalmente arrivavano nel nostro Paese da altri Paesi dell’UE e dai Balcani orientali. Ma dobbiamo evitare scorciatoie tanto facili quanto pericolose come le sanatorie di massa, anche perché iniziative analoghe sono state già fatte in passato e non hanno permesso di sconfiggere né il caporalato, né le mafie. Inoltre, non possiamo permetterci in questi momenti di emergenza il rischio di alimentare una competizione al ribasso del costo del lavoro o peggio ancora una guerra tra poveri. Per questo cercherei, in primis, di agire a monte del problema, stabilendo a livello europeo una cornice di regole per creare – appena le condizioni sanitarie lo consentano - dei corridoi sicuri per i lavoratori transfrontalieri, garantendo loro i massimi standard di salute e sicurezza in viaggio, lavoro e soggiorno. Sul fronte interno potrebbero essere fatte cose più semplici, rapide ed efficaci, sia sul versante dei beneficiari del reddito di cittadinanza che possono mettersi a disposizione sia rispetto all’impiego di persone che lavorano meno di 50 giorni l’anno, di cui l’INPS ha gli elenchi e quindi si possono facilmente chiamare. Per quanto riguarda il Portogallo, la loro esperienza è interessante, ma la misura del Governo Costa riguarda solo un numero davvero esiguo di immigrati, con un lavoro stabile da oltre un anno e con contributi regolarmente pagati e che già avevano presentato domanda di permesso di soggiorno prima dello scoppio della pandemia. Questo, quindi, lascia di fatto esclusi tutti gli altri che sono la grandissima maggioranza. Inoltre, un conto è prendere queste misure per il controllo sanitario della pandemia, una cosa è poi immaginare che da un giorno all’altro centinaia di migliaia di immigrati irregolari, un giorno dopo la regolarizzazione, si riversino automaticamente nei nostri campi con un contratto in mano per aiutarci nei nostri raccolti". 

Quali sono le principali innovazioni che sono arrivate nei vostri lavori di queste settimane nell'agricoltura europea che affronta la crisi del secolo?
"La passata settimana la Commissione AGRI del Parlamento Europeo ha approvato all’unanimità il regolamento per le misure transitorie della PAC, stabilendo di fatto il mantenimento del regime vigente per due anni. Questa misura, molto attesa da tutto il settore, da maggiore certezza agli agricoltori e darà a noi più tempo per negoziare la nuova PAC”, viste le divergenze emerse nei mesi passati. La Presidente della Commissione Ursula Vor der Leyen, nelle settimane precedenti aveva già rassicurato il settore garantendo la massima flessibilità sugli strumenti ordinari già a disposizione: più tempo per presentare le domande per i pagamenti diretti e per lo sviluppo rurale e un aumento degli anticipi per dare più risorse agli agricoltori. Tuttavia, sono dell’avviso che di fronte ad una crisi straordinaria come quella che stiamo vivendo servano risposte altrettanto straordinarie. Serve una iniezione di liquidità che provenga da fondi extra PAC nel contesto di un bilancio UE irrobustito, ambizioso ed adeguato alle nuove sfide. Sappiamo che a giorni la Commissione presenterà un pacchetto di misure ad hoc per l’agricoltura per far fronte alla crisi, speriamo che oltre ad un approccio realistico e lungimirante, alla base ci sia un approccio fondato sulla coordinazione tra paesi. Il rischio in questo momento è proprio quello che i singoli Stati, alla luce dei primi timidi interventi della Ue, si sentano liberi di agire per proprio conto generando pericolose distorsioni o addirittura forme di concorrenza sleale nel mercato interno, come abbiamo già visto per la richiesta di etichette “covid-19 free” che alcuni Stati membri volevano imporre ai nostri prodotti agroalimentari di maggior successo". 

Ci spiega quali effetti questi cambiamenti potrebbero avere sull'agricoltura italiana?
"A mio avviso l’impatto del virus sull’agricoltura italiana è evidente su due fronti: da un lato la strutturale non autosufficienza nella produzione di materie prime necessarie per produrre beni essenziali - si pensi ad esempio al grano per la produzione di pane e pasta; dall’altro, l’improvvisa scarsità della manodopera, specialmente stagionale, a causa del lockdown globale e della chiusura delle frontiere. Queste due ripercussioni sono collegate tra loro e richiedono interventi mirati da parte delle istituzioni di concerto con le tante imprese del settore. Se saranno fatte rapidamente e con decisione le cose giuste, l’attuale crisi può diventare un momento di svolta epocale l’intero settore. Ad ogni modo, cerco anche di essere ottimista, e ritengo che questa crisi metterà ancor più in evidenza le differenze tra i diversi modelli produttivi, e ritengo che l’Italia – che ha sempre fatto dell’efficienza, della qualità, della tracciabilità e salubrità dei prodotti possa – superata la fase acuta della crisi – avere un vantaggio competitivo ancora più evidente nei confronti di tanti altri paesi".  

Questi cambiamenti potranno favorire nella recessione una difesa o addirittura una riconversione dei lavoratori attuali e potenzialmente una crescita di un settore sempre lontano dai riflettori?
"Forse in tanti non lo sanno, ma in Italia – in controtendenza con il resto d’Europa – molte persone e tanti giovani si erano riavvicinati all’agricoltura già negli anni precedenti alla crisi, proprio per le caratteristiche intrinseche di qualità e le opportunità di futuro che il nostro agroalimentare ha saputo esprimere. Mi aspetto che questa tendenza nei prossimi mesi continui e non escludo che possa rafforzarsi ulteriormente. 

Credo che la crisi indurrà i cittadini a rivedere il loro stile di vita e ad avere una maggiore consapevolezza che siamo tutti vulnerabili. Ciò ci porterà a prestare maggiore attenzione a ciò che mangiamo, sentiremo il bisogno non soltanto di mangiare cibi di qualità e coltivati nella sostenibilità, ma anche di scegliere prodotti di prossimità, dal produttore al consumatore. Nel dibattito europeo sta prendendo sempre più corpo l’idea dell’autosufficienza rispetto alla futura produzione agricola che abbatta significativamente la nostra dipendenza alimentare dall’esterno. E’ un obiettivo questo molto interessante anche se necessita di approfondimenti: credo che il confine tra protezionismo e approvvigionamenti nell’autosufficienza possa divenire molto sottile. Da questo punto di vista credo che in futuro gli accordi commerciali internazionali saranno sempre più negoziati nell’ottica fair piuttosto che free, proprio perché inevitabilmente saranno declinati alla luce delle conseguenze della pandemia a livello globale.

Inoltre ritengo che l’altro cambiamento riguardi la tecnologia nella sua migliore accezione. La digitalizzazione contribuirà ad evitare gli sprechi, riducendo l’utilizzo dei pesticidi e dei fertilizzanti e calibrare la produzione per fare in modo che le superfici agricole vengano coltivate nel modo più efficiente ed efficace possibile.  Il Green Deal e la strategia Farm to Fork possono rappresentare un’opportunità per l'agroalimentare. Per realizzare concretamente tutto questo abbiamo bisogno di più innovazione e una più intensa cooperazione tra imprese e istituzioni che porti alla creazione di filiere certificate anche attraverso la blockchain".

E le famiglie italiane che vantaggi o svantaggi potrebbero averne dal punto di vista della loro capacità di spesa in un contesto così difficile come saranno i prossimi mesi e forse anni?
"Al momento, il rischio più grande che le famiglie italiane possono correre è che le criticità del settore agricolo, colpito dalla crisi del Coronavirus, si traducano in scarsità di approvvigionamento e, ancor peggio, in aumento dei prezzi al consumo dei prodotti. Ma bisogna anche riconoscere che fino ad oggi la PAC è stato uno strumento capace - anche davanti ad altre gravi crisi - di garantire un approvvigionamento con prodotti salubri e di qualità ad oltre mezzo miliardo di persone, garantendo altresì la stabilità dei prezzi per i consumatori e creare un modello produttivo capace di rappresentare la prima voce sia in termini di export europeo che in termini occupazionali. Sono infatti 40 milioni i lavoratori del settore agricolo, che arrivano a 60 milioni se si considera l’intero settore agroalimentare.  

Per il futuro, se si saprà intervenire nel modo giusto per sostenere le imprese e avviarne la trasformazione in un’ottica di maggiore efficienza e sostenibilità delle produzioni, si potrebbero ottenere ulteriori vantaggi considerevoli in termini di qualità e sicurezza dei prodotti da portare in tavola".

Infine, Onorevole Rondinelli, in molti ironizzano in questo periodo sul ridimensionamento della priorità dell'ambiente che sia in Italia che anche in Europa tutti avevano condiviso e che di fronte alla pandemia e ai suoi effetti economici e sociali viene considerata da alcuni un film di un secolo fa. Altri invece dicono che questa crisi sanitaria, economica e sociale rende ancora più prioritaria l'azione urgente sull'ambiente the è strettamente collegata con quella sull'agricoltura. Quale è la rotta che seguiremo davvero nei prossimi mesi e anni?
"Durante la riunione di mercoledì della Commissione Agricoltura del Parlamento europeo, alla quale ho partecipato da remoto, il vicepresidente esecutivo della Commissione europea per il Green Deal, Frans Timmermans, ha avuto uno scambio di opinioni molto interessante con noi parlamentari sugli effetti della pandemia di Covid-19 sul settore agricolo.

La pandemia, sia che sia stata originata da un salto di specie, sia che frutto di un esperimento di ingegneria genetica sfuggito di mano, è comunque frutto delle azioni irresponsabili dell’essere umano che da tempo ha superato ogni confine etico nel rapporto tra uomo e natura.

Le calamità naturali alle quali siamo sempre più abituati ad assistere per effetto del cambio climatico -, mi riferisco agli incendi, alla siccità e alle inondazioni- hanno sempre un’origine antropica con effetti devastanti sull’agricoltura.

È chiaro che se non si farà qualcosa per combattere la crisi climatica e difendere in modo più efficace la biodiversità, l’agricoltura andrà incontro ad una crisi senza precedenti. Se le temperature aumenteranno oltre gli 1,5 gradi già nel 2030, occorrerà chiedersi come poter affrontare la siccità crescente in Europa e gli eventi meteorologici estremi così come nuove forme parassitarie e malattie di piante e animali.

Il prossimo 20 maggio, la Commissione europea presenterà la strategia Farm to Fork per il cibo sostenibile, che è una componente chiave del Green Deal europeo. Il cibo europeo è riconosciuto per essere sicuro, nutriente e di alta qualità e questo rappresenta un grande vantaggio per tutti noi. Questa strategia consisterà in una serie di provvedimenti e misure atte a ridurre significativamente i rischi, nonché l’utilizzo di pesticidi chimici, fertilizzanti e antibiotici, e offrirà grandi opportunità per tutti gli operatori della filiera alimentare. Ovviamente sarà importante vigilare affinché la Commissione non voglia imporre modelli produttivi o di consumo come quelli alimentati dall’etichettatura nutri-score - che premiano determinate lobby - senza alcun riferimento alla reale salubrità e proprietà di un prodotto. 

Le nuove ricerche scientifiche e lo sviluppo della digitalizzazione, unite alla domanda di alimenti di qualità, andranno a beneficio di tutti i cittadini europei.

Gli agricoltori saranno fondamentali per gestire la transizione e la strategia Farm to Fork sosterrà i loro sforzi per affrontare i cambiamenti climatici, proteggere l’ambiente e preservare la biodiversità per un nostro modello futuro di sviluppo che saprà coniugare meno sprechi alimentari, sicurezza alimentare e approvvigionamenti sostenibili".   

Commenti
    Tags:
    agricolturaagricoltori europeimigranti




    
    in evidenza
    Affari in rete

    Guarda la gallery

    Affari in rete


    motori
    Nuova Porsche Cayenne GTS 2024: una sportiva per tutti giorni

    Nuova Porsche Cayenne GTS 2024: una sportiva per tutti giorni

    Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Angelo Maria Perrino - Reg. Trib. di Milano n° 210 dell'11 aprile 1996 - P.I. 11321290154

    © 1996 - 2021 Uomini & Affari S.r.l. Tutti i diritti sono riservati

    Per la tua pubblicità sul sito: Clicca qui

    Contatti

    Cookie Policy Privacy Policy

    Cambia il consenso

    Affaritaliani, prima di pubblicare foto, video o testi da internet, compie tutte le opportune verifiche al fine di accertarne il libero regime di circolazione e non violare i diritti di autore o altri diritti esclusivi di terzi. Per segnalare alla redazione eventuali errori nell'uso del materiale riservato, scriveteci a segnalafoto@affaritaliani.it: provvederemo prontamente alla rimozione del materiale lesivo di diritti di terzi.