Mps crolla sotto un euro e la Consob vieta le vendite allo scoperto
Un lunedì davvero nero in Borsa per il Monte dei Paschi di Siena, con la Consob che per quest'ultima domani ha vietato le vendite allo scoperto, e per Carige precipitate ai minimi storici. L'ondata di vendite ha finito col colpire violentemente titoli già sotto la lente del mercato per la loro estrema fragilità. Rocca Salimbeni, fermata più volte in asta di volatilità, è crollata dell'11,2% finendo per la prima volta sotto quota un euro (prezzo finale 0,925 euro). E anche Carige non è stata da meno (-13% a 0,89 euro). Tonfi che sono arrivati nel giorno in cui il commissario alla concorrenza Margrethe Vestager ha sottolineato che la decisione sulla creazione di una 'bad bank' (finora non andata in porto e con più di qualche banchiere scettico che il meccanismo possa veramente vedere la luce) sta all'Italia precisando che la Commissione ha solo indicato le diverse strade, sia usando aiuti di Stato sia evitandoli.
"Molti Stati hanno messo in piedi meccanismi di gestione dei crediti deteriorati, abbiamo molta esperienza su come farlo, abbiamo condiviso le informazioni con le autorità italiane", ha spiegato puntualizzando che "non sta a noi decidere, noi abbiamo indicato le possibili strade, ci sono diverse opportunità". Se la discesa di Carige è iniziata a ridosso di Natale (il 21 dicembre quotava 1,21 euro, comunque dimezzati dal picco di maggio di 2,36 euro), la flessione di Mps si mostra più lenta e cadenzata (da ottobre quando valeva 1,64 euro). In assenza di vere notizie, in un mercato che accusa il colpo di un'economia ancora traballante, dall'istituto ligure hanno smorzato le tensioni borsistiche derubricandole "a operazioni speculative non correlate all'andamento operativo del gruppo", confermando peraltro che "le attività della banca proseguono nel rispetto delle previsioni del piano industriale 2015-2019".
Il precedente delle quattro banche salvate (Banca Marche, Etruria, CariChieti e CariFe) ha evidenziato che il livello del tasso di svalutazione dei crediti deteriorati è feroce per cui per quegli istituti fragili la via della svalutazione non è la più indicata, viene spiegato dagli addetti ai lavori. Questa strada porterebbe a nuovi aumenti di capitale che per Carige e, soprattutto Mps, non sono percorribili (per quest'ultima e' ancora fresca la ricapitalizzazione da 3 miliardi di euro). Va detto che l'istituto senese sta seguendo dettagliatamente le indicazioni della Bce e, in questo senso, è andata la cessione di un portafoglio crediti deteriorati per un miliardo avvenuta a fine dicembre. Qualora poi si mettesse mano ancora una volta al capitale, sarebbe ancora più difficile, in una situazione economica tra l'altro incerta, trovare un partner. Nel frattempo, sempre sul fronte bancario, Unicredit ha raggiunto un accordo vincolante per la cessione della controllata in Ucraina Ukrsotsbank ad Alfa Group.