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Economia
Mps, altri 400 milioni per le cause. Il nodo del capitale. Altolà Fabi al Mef

Gli accantonamenti aggiuntivi per rischi legali disposti dal Cda di Mps ammontano a circa 400 milioni di euro. E' quanto spiegano fonti all’agenzia MF-Dowjones aggiungendo che è stato convocato un altro Cda "a breve". Si tratta di un board straordinario che si terrà già lunedì due novembre. Non c'è tempo da perdere dopo che ieri sera il Cda della banca senese ha deciso di cambiare la classificazione in merito a una serie di controversie legali e richieste stragiudiziali da “possibile” a “probabile”, dopo aver esaminato il dispositivo della sentenza del procedimento penale che ha visto la condanna dell'ex presidente Alessandro Profumo e dell'ex amministratore delegato Fabrizio Viola, dell'ex presidente del collegio sindacale Paolo Salvadori e della banca in qualità di responsabile amministrativo per la contabilizzazione dei derivati Alexandria e Santorini.

La banca nella nota diffusa ieri non ha rivelato l'importo degli accantonamenti aggiuntivi effettuati che comunque sarebbero di poco superiori a 400 milioni. Le possibili cause legali hanno un effetto deterrente per l'attività di M&A che il Monte dovrebbe intraprendere a breve in quanto rischiano di allontanare possibili partner (è dei giorni scorsi l'indiscrezione di interlocuzioni con Unicredit, l'unica banca italiana che potrebbe compiere forse un'operazione del genere se si eclude Intesa Sanpaolo che si è mossa in anticipo acquisendo Ubi Banca e ora è quindi fuori dalla partita del risiko).

Ecco perchè il Tesoro, primo azionista della realtà senese col 68% starebbe ragionando insieme ai vertici su un possibile nuovo aumento di capitale che potrebbe aggirarsi intorno a 1,5 miliardi di euro e si accompagnerebbe con iniziative già intraprese quali l'emissione di 700 milioni di Tierl, come richiesto dalla Bce per il via libera alla operazione di scorporo delle sofferenze cedute ad Amco. In questa ipotesi il Mef, arriverebbe a spendere complessivamente circa 1,5 miliardi.

"Le incertezze di questi tempi pongono con ancora più urgenza il tema delle soluzioni di tipo aggregativo, promosse dai mercati e basate su solidi piani industriali, che siano in grado di consentire il conseguimento di economie di scala e di diversificazione e i necessari investimenti in tecnologia e innovazione", ha ribadito il ministro alla giornata del Risparmio Roberto Gualtieri. I sindacati invece frenano, chiedendo di rinviare l'uscita dello Stato a tempi migliori.

"Ribadiamo la necessità di mantenere Mps "pubblica" e auspichiamo che il governo chieda all'Unione europea la proroga, oltre il 31 dicembre 2021, del termine per la privatizzazione", ha dichiarato il segretario della Fabi, Lando Maria Sileoni. "Lo stato fino ad ora ha gia' speso 7 miliardi di euro ed una accelerazione della privatizzazione potrebbe comportare ulteriori esborsi di denaro pubblico lasciando molti dubbi. Una eventuale aggregazione, infatti, oltre a creare un danno sul versante occupazionale specie nelle città di Siena e Firenze, provocherebbe l'immediata sparizione di un marchio storico". In Borsa il titolo ha perso lo 0,7% a 1,03 euro. Con una capitalizzazione di circa 1,2 miliardi, un aumento da 1,5 polverizzerebbe quegli azionisti che non fossero disposti a sottoscriverlo.

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