Lo spread non frena Mps: la contendibilità fa bene al Monte

Neppure lo spread frena Mps. Dallo scorso 5 agosto, il titolo di Montepaschi ha fatto segnare un rialzo che sfiora il 20%. A sostenere le azioni ci ha pensato il calo dello spread delle scorse settimane. Ma neanche un differenziale Btp-Bund in lieve rialzo frena la corsa della Rocca. Il titolo (-0,09% a 0,23 euro) regge in un listino in rosso, nel quale a soffrire sono proprio i bancari, penalizzati da prese di profitto e spread tornato alle soglie dei 240 punti base.
Mps viaggia per conto proprio, richiamando l'attenzione degli investitori: nelle ultime sei sedute è passato di mano circa il 9% del capitale. Merito delle novità statutarie e dalle voci su un possibile riassetto della Banca. La Fondazione ha rimosso il limite del 4% per i soci privati. Un passo che ha reso l'istituto contendibile e che è stato prima promosso e poi benedetto dal presidente di Mps Alessandro Profumo, che ha pronosticato una Fondazione "sensibilmente sotto il 10%".
A queste novità si aggiunge quella degli "investitori stranieri interessati a Mps", annunciati dal sindaco di Siena Bruno Valentini. "Soggetti apparentemente credibili, dei quali occorre però valutare tutta l'attendibilità". La cautela fa pensare che l'interessamento non arrivi dai due soci esteri che già possiedono una parte del capitale (i francesi di Axa con 3,72% e gli statunitensi di Jp Morgan con il 2,53%).
L'altra novità su una possibile scissione tra una banca toscana e le filiali extra-regionali. Un'idea, per ora, bocciata sia dai vertici della banca che da quelle di della fondazione. L'operazione infatti avrebbe troppi punti interrogativi: le concorrenti toscane del Monte stanno chiudendo filiali. E poi occore puntare al rimborso dei Monti-bond: 4 miliardi che pendono sull'isituto e che superano di gran lunga l'attuale capitalizzazione di mercato di Mps (2,7 miliardi di euro).