Mps, scontro Tesoro-M5S sul dopo Morelli. Rumors
Il Mef, azionista di Rocca Salimbeni, non gradisce la candidatura di Selvetti
Rischia di diventare un serio incidente politico per la maggioranza di governo la questione del Monte dei Paschi di Siena, sulla quale sta divampando uno scontro, per ora sotterraneo, tra il M5S e il ministero dell’Economia retto dal neo-parlamentare Pd, Roberto Gualtieri.
Il Tesoro, che poi è l’azionista principale di banca Mps, secondo i rumors da giorni solleva obiezioni ai Cinque Stelle sulla validità del loro candidato per la carica di amministratore delegato, il ragioniere Mauro Selvetti, ex capo di Credito Valtellinese.
Ieri il ministro Roberto Gualtieri, prima del Consiglio dei ministri, ha riferito le perplessità dei tecnici – soprattutto di Alessandro Rivera, il direttore generale del Tesoro – al pentastellato Riccardo Fraccaro, che si muove con un doppio ruolo nella confusione governativa sulle nomine di Stato: quello istituzionale di sottosegretario a Palazzo Chigi e quello politico di maggiorente del Movimento che tiene i fili della complessa disputa sulle poltrone.
Il tempo fin qui trascorso a Palazzo Chigi ha corazzato la personalità di Fraccaro, ormai capace di respingere con fastidio i preoccupati suggerimenti, diciamo, del ministro Gualtieri. Il Tesoro, cioè Rivera, sostiene che Selvetti non sia adeguato a guidare il futuro di Mps e pensa al più corposo curriculum di Alberto Minali, ex direttore generale delle Assicurazioni Generali, nonché ex numero uno di Cattolica Assicurazioni.
I Cinque Stelle, scrive oggi il Fatto, non tollerano quelle che chiamano interferenze di Gualtieri, che pure sarebbe l’azionista di maggioranza di Mps. Fraccaro rivendica il diritto spartitorio di indicare l’ad di Montepaschi poiché si considera costretto a subire, con pressioni provenienti da più parti, la supina riconferma di gran parte dei manager pubblici: Eni, Enel, Leonardo-Finmeccanica, Poste e via dicendo. Mps non è solo l’antipasto della tornata di nomine, ma anche l’unico piatto riservato ai Cinque Stelle.
Il Tesoro, invece, ha altre priorità: tutelare i miliardi pubblici investiti a Siena per salvare la banca. Nel giro di pochi giorni, poiché le liste per il cda di Mps vanno presentate entro il 12 marzo, la scelta toccherà ai decisori finali, il premier Giuseppe Conte e il medesimo Gualtieri. Il metodo di spartizione all’antica invocato dai Cinque Stelle potrebbe incepparsi alla prima prova con Mps e complicare la trattativa sugli altri Cda in palio, ben più pesanti, in fatturato e in potere, della storica e sfatta banca di Siena.
Commenti