Quattrosoldi/ Casa, prezzi in calo fino al 2015. Come guadagnare col mattone

Gli analisti finanziari hanno generalmente una memoria più lunga degli investitori: la cosa è utile soprattutto quando si ha a che fare con una crisi immobiliare, che per sua natura ha tempi di evoluzione di molto superiori a quelle che si verificano sui mercati azionari o obbligazionari. Così se in America finalmente il mattone sembra essere ripartito, grazie alla "droga" del denaro a costo zero (in termini nominali, perché in termini reali il costo del denaro è addirittura negativo) che dal dicembre 2008 la Federal Reserve sta portando avanti per cercare di riportare la disoccupazione sotto il 6,5% negli Usa, in Europa le prospettive sono ancora molto variegate, così come in Italia.
A muovere il mercato negli Usa sono sia la presenza di tassi ancora relativamente bassi (su un mutuo a 30 anni si paga in media al momento il 4,37% a tasso fisso) per quanto in crescita rispetto ai minimi visti a fine 2012 (quando un mutuo trentennale costava attorno al 3,40% fisso), crescita che dovrebbe gradualmente proseguire l'anno venturo (la National Realtour Association stima che a fine 2014 il tasso fisso su un mutuo trentennale sarà salito al 5,4%) confermando la solidità della ripresa in atto, sia la disponibilità di credito che invece manca in tutta l'area Sud d'Europa.
Così negli Usa nonostante una leggera frenata delle transazioni (le "pending home sales" in ottobre sono calate del 3,2% ad un totale annualizzato di 5,12 milioni di case, dai 5,29 milioni di settembre), peraltro ancora in crescita rispetto ai livelli di un anno or sono (4,83 milioni di unità), i prezzi sono in crescita e hanno raggiunto i 199.500 dollari di media. Più articolata la situazione in Europa: alcune località a cominciare da Berlino, Londra e Parigi, continuano ad attrarre nuovi investitori, in particolare nel segmento degli immobili di lusso, mentre la gran parte degli immobili in località di provincia registra prezzi ancora bassi o cedenti.

In Italia, in particolare, secondo i dati dell'Osservatorio sul mercato immobiliare di Nomisma (che analizza l'andamento delle 13 maggiori città italiane), il 2013 si chiuderà con 407.000 compravendite, in calo di un ulteriore 8,3% rispetto al 2012, anno in cui già si era registrato un crollo del 25,8%. I prezzi, complice il fatto che importanti stock di immobili sono tuttora in portafoglio a banche e assicurazioni che stanno procedendo molto prudentemente ad una svalutazione dei prezzi di carico degli stessi, hanno finora dato l'impressione di reggere decentemente (nel secondo semestre 2013 i prezzi dovrebbero registrare un calo del 2% annuo per le abitazioni nuove, del 2,2% per quelle usate, del 2,3% per gli uffici e dell'1,9% per i negozi), ma per il 2014 Nomisma prevede registreranno un'ulteriore spallata al ribasso sia dei prezzi sia delle transazioni.