Nissan: "Rivedere l'alleanza con Renault". Saikawa alza il tiro per l'ok a Fca - Affaritaliani.it

Economia

Nissan: "Rivedere l'alleanza con Renault". Saikawa alza il tiro per l'ok a Fca

Andrea Deugeni

Mentre si attende il via libera del Cda di Renault alla fusione con Fca (domani è in programma la riunione del board) e il viaggio del presidente del gruppo italo-americano John Elkann in Giappone per convincere Nissan a partecipare all’operazione, il Ceo del gruppo nipponico Hiroto Saikawa inizia ad avanzare le richieste in caso di disco verde alla fusione italo-francese.

John Elkann
 

La proposta attualmente in discussione tra Fca e Renault "è una fusione completa che, se realizzata, altererebbe significativamente la struttura del nostro partner Renault. Ciò richiederebbe una revisione fondamentale della relazione esistente tra Nissan e Renault”, ha precisato infatti il manager giapponese dopo che subito dopo una prima analisi la scorsa settimana, Tokyo aveva leggermente aperto alle nozze. "Dal punto di vista della protezione degli interessi di Nissan, Nissan analizzerà e prenderà in considerazione i suoi rapporti contrattuali esistenti e il modo in cui dovremmo operare in futuro", ha aggiunto Saikawa.

Oltre agli stakeholders di tutta Nissan, il manager deve rassicurare anche il governo giapponese che il gruppo auto resterà una società indipendente. Fattore che implicherà una ridefinizione del termini della partnership tra Renault e Nissan: sarebbe illusorio infatti pensare, scrive il Sole 24 Ore, che la parte giapponese accetti di rimanere partecipata al 43% dalla Casa della Losanga mentre la sua quota del 15% in Renault si diluirà fino a dimezzarsi, con la magra consolazione che avrebbe finalmente accesso ai diritti di voto (oggi assenti) e che la quota del governo francese si ridimensionerebbe nella stessa sua misura.

Con l'unione di Fca e Renault si verrebbe a creare il terzo gruppo automobilistico al mondo con 8,7 milioni di auto prodotte e un fatturato di circa 170 miliardi di euro. Un eventuale allargamento a Nissan e Mitsubishi porterebbe alla nascita del primo produttore al mondo, con 15 milioni di vetture prodotte l'anno, superando di gran lunga Volkswagen e Toyota, che viaggiano poco sopra i 10 milioni di unità l'anno. Una delle chiavi di volta del successo dell'operazione Fca-Renault è proprio il favore dei giapponesi, che poi loro decidano o meno di essere della partita direttamente.

manley fca
 

Mentre Tokyo inizia ad alzare il velo sui propri desiderata, anche dalla Francia dove la scorsa settimana il Ceo della concorrente Peugeot ha commentato in maniera velenosa il mega-merger dell'auto, il mondo transalpino si sta muovendo per puntellare quella che Carlos Tavares ha definito un "takeover virtuale" di Torino (che si starebbe approfittando anche delle difficoltà borsistiche di Renault) sulla Casa della Losanga

Per evitare tagli occupazionali e difendere l'interesse nazionale, Bloomberg riferisce infatti stamane che la Francia avrebbe chiesto a Fca ulteriori garanzie nella fusione: tra queste, il quartier generale operativo del nuovo gruppo a Parigi, un dividendo straordinario per gli azionisti di Renault e un posto al governo in Cda. L'agenzia americana cita un portavoce del ministro delle Finanze, Bruno Le Maire, che ha incontrato nel weekend a Parigi il presidente di Fca, John Elkann. Da Fca, non hanno commentato l'indiscrezione, che sarebbe stata confermata dal ministero francese. 

Bruno Le Maire
 

Le Maire ha incontrato Elkann venerdì e sabato per poi vedere domenica il presidente di Renault Jean-Dominique Senard. Lo Stato francese è azionista al 15% del gruppo Renault. Venerdì, l'esponente del governo Macron aveva parlato della possibile fusione come di "una reale opportunità per l'industria automobilistica francese", sottolineando che "lo Stato vigilerà sul rigoroso rispetto delle condizioni" fissate. E in particolare, aveva detto che "lo Stato vigilerà sul rigoroso rispetto di quattro condizioni: il rispetto dell'alleanza Nissan-Renault, il preservare siti industriali e forza lavoro, governance equilibrata e la partecipazione del futuro gruppo ai progetti europei sul fronte delle batterie elettriche".

A queste richieste, nel fine settimana, secondo la Reuters, se ne sarebbero aggiunte altre come la garanzia del mantenimento degli attuali livelli occupazionali per quattro anni e non solo due. Le Maire avrebbe chiesto anche rassicurazioni sul mandato di Senard, che è stato indicato come possibile amministratore delegato del gruppo post-fusione.

Nei giorni scorsi fonti vicine a Fca avevano fatto sapere che le condizioni finanziarie della proposta di Fca a Renault non erano negoziabili e di fronte a queste nuove richieste le stesse fonti indicano che non c'e' ancora nulla di definitivo. Secondo Bloomberg, Fca però sarebbe disponibile solo a piccoli ritocchi al suo piano.

"Di fronte a un'importante operazione di mercato, non spetta al Governo orientare, pero' sicuramente al Governo spetta la premura che si conservi il livello occupazionale, anche dell'indotto", ha spiegato il presidente del Consiglio italiano Giuseppe Conte interpellato, a margine di un evento alla Luiss, sull'operazione. "Sicuramente è una vicenda che seguo con molta attenzione", ha aggiunto Conte. 

In Borsa, testacoda per Fca e Renault dopo le richieste del governo francese. Il costruttore d'Oltralpe sale dell'1,9%, in controtendenza rispetto a un comparto auto debole (-0,6% l'indice Stoxx di settore), dove Fca è fanalino di coda e al giro di boa cede l'11,45% a 11,272 euro.

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