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Economia
Nomine, metodo Draghi per i vertici. Head hunter e partiti per i board

Non solo vaccini, riaperture e Recovery Plan. C'è un altro dossier importante sul tavolo del governo che è attenzionato dalle forze di maggioranza e già agita i partiti che sostengono Draghi. Si tratta della partita delle nomine pubbliche: una partita decisiva, con tante partecipate dello Stato in scadenza e, tra queste, molte big. A partire dalla Cassa Depositi e Prestiti, affidata tre anni fa dal governo gialloverde all'amministratore delegato Fabrizio Palermo, ora giunto a fine mandato. Del pacchetto fanno parte -per citare solo le più note- anche Rai e Ferrovie, oggi guidata all'ad Gianfranco Battisti.

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Le nomine hanno creato parecchi malumori e scontri nei due governi Conte, ma l'esecutivo Draghi dovrebbe segnare un cambio di passo decisivo su questo fronte.

A quanto apprende l'Adnkronos da fonti del Mef, lo schema dovrebbe prevedere la scelta dei vertici - dunque amministratore delegato e presidente - ad appannaggio del premier, lasciando ai partiti la possibilità di mettere il becco solo sui consiglieri, con il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Roberto Garofoli a gestire le "quote" in una sorta di manuale Cencelli.

Un cambio di rotta che rischia tuttavia di generare non poche turbolenze, considerando quanto è delicata la partita in gioco. Il nuovo metodo, comunque, si fa notare, sarebbe già stato applicato nella partita dell'Ex Ilva con la scelta caduta su Franco Bernabè per l'incarico presidente di Acciaierie d'Italia. "Se la lista dei ministri l'abbiamo appresa pochi minuti prima che Draghi la leggesse al Quirinale - dice un esponente del governo - immagino non andrà meglio per le partecipate...".

Gianfranco Battisti
 

D'altronde, le scelte del governo su questo fronte potrebbero rivelarsi decisive per l'efficacia dell'azione di rilancio economico che l'esecutivo persegue, "tutto sommato ci sta che i vertici voglia sceglierli Draghi - ammette la stessa fonte - ma il malumore su questi temi è come il vento, non lo fermi mica con le mani...".

Secondo alcune indiscrezioni, il premier avrebbe anche affidato a una società di cacciatori di teste la selezione dei curricula per i manager da nominare. Rai compresa. 

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