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Fincantieri: tra i principali protagonisti dell’eolico offshore italiano

Fincantieri, Floating Offshore Wind Community: quale valore e quali ricadute industriali per l’Italia dalla produzione di energia eolica offshore galleggiante

Negli ultimi anni, un nuovo settore si sta affacciando sul mercato: l’eolico offshore, ovvero gli impianti eolici situati in mare aperto, un ambito in cui Fincantieri può già vantare una forte expertise a livello mondiale.

Obiettivi sfidanti di decarbonizzazione per l’Italia: Per raggiungere gli obiettivi di transizione energetica al 2030, l’Italia deve installare a 9-10 GW/anno, accelerando con le installazioni soprattutto con l’eolico, che dovrebbe crescere di 4 volte su base annua.

Energia eolica offshore: un contributo fondamentale alla decarbonizzazione. Per l’Italia il potenziale di generazione eolica è soprattutto offshore e, data la profondità dei fondali, è eolico offshore galleggiante (97% del potenziale eolico offshore in Italia è galleggiante) e rappresenta quindi un asset strategico per il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione e di transizione energetica del sistema Paese.

Potenziale ancora ampiamente inespresso in quanto, l’energia eolica offshore rappresenta ancora solo il 7% della potenza eolica installata (2021).

Lo stato dell’arte in Italia. Sfide e prospettive di un settore strategico. Nonostante il settore dell’eolico offshore stia registrando una forte spinta a livello globale (in testa la Cina che, con oltre 30 GW installati, ha la maggiore capacità installata di eolico offshore del mondo, seguita da Regno Unito e Germania, leader in Europa con 8 GW installati), l’Italia è ancora indietro con solo 30 MW installati.

Quindi il nostro Paese potrebbe diventare rapidamente uno dei mercati più interessanti e competitivi, prova ne sia l’esplosione di richieste di connessione alla Rete Nazionale superiori ai 95 GW, soprattutto al largo della Sicilia e della Sardegna.

A questo potenziale di mercato corrisponde una presenza industriale di eccellenza del nostro paese, costituita dalla cantieristica, lavorazione dell’acciaio, costruzioni offshore, settori in cui il nostro paese è leader e che occupano 1,3 mln di addetti, secondo posto in Europa solo dopo la Germania.

È, dunque, fondamentale favorire le sinergie con gli stakeholder chiave, per sottolineare la centralità del settore dell’eolico offshore e supportare il Governo nello sforzo già avviato e superare gli ostacoli che ad oggi fanno riscontrare un livello di produttività minimo in questo ambito. Occorre accelerare affinché l’eolico offshore possa diventare una leva per il raggiungimento dei target energetici al 2030, a partire dalla rete portuale e dallo sviluppo di una adeguata filiera produttiva.

Fincantieri, abilitatore per la produttività del settore. Il settore eolico offshore è una delle principali aree di attività di Fincantieri, insieme al cruise e al comparto militare. L’azienda, anche grazie alla controllata norvegese Vard, è da tempo leader nella progettazione e costruzione di navi di supporto agli impianti eolici in mare aperto; attualmente, la flotta mondiale per il servizio e la manutenzione dei campi eolici è pari a 34 unità, con una quota di Fincantieri pari al 36%. Si prevede che quasi 150 nuove navi saranno ordinate entro il 2027. L’Azienda affronta ora anche la produzione, l’assemblaggio ed il varo dei floater destinati ai campi eolici galleggianti.

In questo scenario, Fincantieri costituisce l’unico player industriale italiano, e fra i pochissimi a livello mondiale, in grado di costruire piattaforme galleggianti nei volumi e con le cadenze richieste, grazie a un elevato livello di know how e di capacità ingegneristiche. Inoltre, si rivela essere anche l’unico attore in grado di organizzare e mettere a punto un’infrastruttura produttiva capillare già posizionata strategicamente nel Mediterraneo, con una proiezione all’estero.

Fincantieri ritiene che l’Italia possa raggiungere gli obiettivi di transizione energetica anche grazie all’implementazione di una filiera nazionale che sviluppi le competenze già avviate dal Gruppo. Ciò significherebbe anche dare un impulso all’occupazione, creando posti di lavoro soprattutto al Sud Italia, considerando che un impianto di produzione può impiegare dalle 200 alle 700 persone e che ci potranno essere necessari, a tendere, diversi impianti.

Un simile sviluppo rafforzerebbe, inoltre, la posizione dell’Italia quale hub energetico del Mediterraneo. Occorre, però, supportare economicamente gli investimenti mantenendo il focus degli investitori internazionali sul nostro Paese, evitando il rischio di vedere i fondi dirottati su altre aree apparentemente più dinamiche.

Anche per questo l’azienda è un attore chiave della Floating Offshore Wind Community, una nuova realtà, basata su sinergie e collaborazione tra diversi stakeholder, che contribuisce a diffondere consapevolezza sul ruolo strategico del settore, supportando l’impegno delle istituzioni.

 

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