Intesa Sanpaolo, Fondazione Cariplo e Generation Italy: al via il progetto “ZeroNeet” per il futuro dei giovani - Affaritaliani.it

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Ultimo aggiornamento: 13:50

Intesa Sanpaolo, Fondazione Cariplo e Generation Italy: al via il progetto “ZeroNeet” per il futuro dei giovani

Forghieri (Intesa Sanpaolo): "Siamo partiti dai fabbisogni delle imprese per poi tornare ai giovani, affrontando un paradosso che vede due realtà che non riescono a incontrarsi"

di Federica Toscano

Intesa Sanpaolo, Fondazione Cariplo e Geneneration Italy insieme per il progetto “ZeroNeet”: formazione di 10.000 giovani nei prossimi quattro anni

Si è tenuta oggi presso la Veneranda Biblioteca Ambrosiana di Milano, la conferenza per il progetto ZeroNeet, programma sostenuto da Fondazione Cariplo e Intesa Sanpaolo e realizzato con Generation Italy, fondazione no profit avviata da McKinsey & Company. L’obiettivo del progetto nei prossimi quattro anni è quello di a formare e accompagnare al lavoro 10.000 giovani tra i 18 e i 29 anni della Lombardia e delle province piemontesi di Novara e Verbano-Cusio-Ossola.

Presenti alla conferenza istituzioni, enti del terzo settore, imprese e giovani, quindi un punto d’incontro fondamentale per scoprire il progetto. Un confronto importante e un’occasione di dialogo sul futuro del lavoro per le nuove generazioni, sui fabbisogni di competenze delle imprese e favorire l’occupazione dei giovani che non studiano e non lavorano, appunto,  i Neet.

Giovani e Lavoro per ZeroNeet” si colloca all’interno della sfida ZeroNeet promossa da Fondazione Cariplo in collaborazione con Regione Lombardia e Intesa Sanpaolo, nata per sostenere 20.000 giovani che non studiano e non lavorano con azioni volte a prevenire l’abbandono scolastico, contrastare l’inattività giovanile e produrre conoscenza utile per interventi sempre più mirati. L’obiettivo è ambizioso ma chiaro: contribuire a ridurre il numero di giovani Neet (Not in Education, Employment or Training) in Lombardia e raggiungere in anticipo il traguardo fissato a livello europeo, ovvero scendere al 9% entro il 2030.

In apertura, sono intervenuti Sergio Urbani, Direttore Generale e CEO di Fondazione Cariplo, e Andrea Forghieri, Executive Director Intesa Sanpaolo per il sociale, che hanno ribadito l’importanza di costruire un’alleanza strategica per dare una risposta concreta all’emergenza giovani del nostro Paese.

Nel 2024 si contavano in Italia circa 1,3 milioni di Neet tra i 15 e i 29 anni, pari al 15,2% della popolazione giovanile: un dato che colloca il Paese al terzo posto in Europa dopo Turchia e Romania, ancora distante dalla media UE dell’11%. In Lombardia i NEET sono circa 150.000, pari al 10,1% dei giovani, con differenze significative tra le province: si va dal 13,8% di Lodi e 12,7% di Pavia al 7,2% di Lecco e 7,6% di Monza e Brianza, Milano al 10,6%.

In conferenza è stato affrontato anche il tema del mismatch di competenze tra domanda e offerta di lavoro, che colpisce soprattutto i giovani: molte imprese, infatti, faticano a trovare profili adeguati. Su questo punto si sono confrontati Vincenzo Caridi, del Ministero del Lavoro, e Sergio Rossi, della Camera di Commercio di Milano, Monza e Brianza. Secondo Unioncamere, in Lombardia nel 2024 oltre 340 mila posizioni, circa il 50% del totale, risultano difficili da coprire, in particolare per professioni come analisti e progettisti software, tecnici programmatori, gestori di reti e sistemi informatici e addetti vendita.

Dal tema del mismatch di competenze nasce il progetto “Giovani e Lavoro per ZeroNeet”, pensato per creare un ponte tra giovani inattivi e imprese attraverso corsi intensivi e gratuiti, costruiti sulle esigenze del mercato e accessibili senza requisiti di esperienza. “Ai partecipanti è garantito almeno un colloquio di lavoro”, ha spiegato Oscar Pasquali, CEO di Generation Italy, che cura l’attuazione del programma.

Durante l’evento sono state condivise le storie e testimonianze di ragazzi che hanno trovato occupazione grazie ai corsi di Giovani e Lavoro, iniziativa che da oltre cinque anni coinvolge Intesa Sanpaolo e Generation con oltre 5.000 giovani formati e un tasso di inserimento superiore all’80%. Accanto a loro, le testimonianze delle imprese partner, tra cui Michelangelo Ceresani, VP oh Human Resouces & Organization di Capgemini, Roberto Chironna, Responsabile del Personale & Governance di Madek e Simone Pantaleo, Global Talent Manager, Employer Branding and Talent Attraction di OVS, che investono concretamente nei talenti del futuro offrendo opportunità di lavoro e crescita. 

Sergio Urbani, direttore generale e CEO di Fondazione Cariplo, ha ricordato che in Italia oltre 1,3 milioni di giovani non studiano né lavorano, “di cui circa 150.000 in Lombardia, un’emergenza generazionale del nostro tempo”. Con il programma ZeroNeet, sostenuto da 50 milioni di euro, la Fondazione punta a ridurre questa quota e raggiungere in anticipo l’obiettivo europeo del 9% entro il 2030.

Fondazione Cariplo è da anni impegnata a favore dei giovani”, ha spiegato Urbani, sottolineando l’importanza di offrire percorsi gratuiti e concreti per l’occupazione. L’esperienza di Giovani e Lavoro mostra che oltre l’80% dei ragazzi formati trova impiego: un risultato reso possibile dalla collaborazione con Regione Lombardia, Intesa Sanpaolo e Generation Italy, che punta a coinvolgere 10.000 giovani.

Andrea Forghieri, Executive Director Intesa Sanpaolo per il sociale, ha ricordato che la Banca ha aderito fin dall’avvio al progetto di Fondazione Cariplo, “mettendo a disposizione le competenze e l’esperienza del programma Giovani e Lavoro”. Negli ultimi anni sono stati coinvolti oltre mille giovani in Lombardia e più di 5.300 in tutta Italia, e “l’80% di loro ha trovato un’occupazione stabile grazie a un approccio che parte dai reali bisogni delle imprese”. Forghieri ha spiegato che la Banca, con questo programma, crea un vero e proprio “ponte per favorire l’occupabilità”. Unire le forze con Fondazione Cariplo e Generation Italy, ha aggiunto, significa attivare sinergie capaci di restituire fiducia e offrire nuove prospettive a chi è rimasto fuori dal mondo del lavoro.

Oscar Pasquali, CEO di Generation Italy, ha raccontato il progetto nello specifico mostrando delle slide con dati, numeri a dimostrazione del reale funzionamento del progetto che contribuisce concretamente al futuro dei giovani coinvolti. Pasquali ha sottolineato che negli ultimi vent’anni “giovani e donne hanno risentito più di altri delle trasformazioni del lavoro”: dal 2007 l’occupazione dei 15-34enni è calata di 5,5 punti, mentre l’inattività è cresciuta di oltre 6. Un paradosso, ha aggiunto, se si considera che “le imprese faticano a coprire una posizione su due per mancanza di competenze”.

Secondo Pasquali, i giovani che non studiano né lavorano rappresentano “il nodo centrale di questa sfida”, che può essere affrontata solo unendo famiglie, imprese e istituzioni. Da qui la scelta di collaborare con Fondazione Cariplo e Intesa Sanpaolo a Giovani e Lavoro per ZeroNeet, “un progetto in cui pubblico, privato e no-profit uniscono le forze per creare competenze e opportunità di lavoro”.

Il programma ZeroNeet, realizzato da Generation con il supporto di Fondazione Cariplo e Intesa Sanpaolo, offre percorsi gratuiti e intensivi (da 3 a 14 settimane) per formare i giovani nelle professioni oggi più richieste: vendite, digitale e tecnologia (sviluppo software, cybersecurity, cloud, data), manifatturiero (CNC e CAD-CAM) e green jobs (energie rinnovabili). La formazione è online, salvo i corsi di ristorazione, manifattura e green che hanno anche una parte in presenza. Oltre alla preparazione tecnica e trasversale, ogni studente ottiene almeno un colloquio di lavoro con imprese partner. Possono partecipare i giovani tra i 18 e i 29 anni, residenti in Lombardia o nelle province piemontesi di Novara e Verbano-Cusio-Ossola, che non studiano né lavorano. 

 

L’intervista di Affaritaliani ad Andrea Forghieri, Executive Director di Intesa Sanpaolo per il sociale

Andrea Forghieri, ha dichiarato ai microfoni di Affaritaliani: “La Banca opera nel sociale da molto tempo, ma ciò che conta davvero è la volontà di essere un modello in termini di responsabilità sociale. Questo si concretizza attraverso l’impegno di risorse, energie e competenze. Partecipare alla sfida ZeroNeet è importante perché la Banca considera i giovani un asset fondamentale per il futuro del Paese”.

La partnership con Fondazione Cariplo è profonda e significativa: la Fondazione ha riconosciuto il valore della competenza e dell’esperienza della Banca in un programma cruciale come Giovani e Lavoro, che rappresenta un filone attivo e positivo della sfida ZeroNeet. Ciò avviene proprio grazie all’esperienza maturata e all’innovazione portata avanti da Giovani e Lavoro, che nasce da un’idea semplice ma decisiva: ascoltare le aziende. Abbiamo cambiato il paradigma dell’approccio: siamo partiti dai fabbisogni delle imprese per poi tornare ai giovani, affrontando così un paradosso che vede due realtà, aziende e ragazzi, che non si conoscono e non riescono a incontrarsi. Per noi questo ha un valore immenso”, ha affermato Forghieri.

Agire nel sociale, infatti, non significa soltanto mettere a disposizione somme di denaro: occorre andare oltre l’assistenzialismo e lavorare insieme per un obiettivo comune. La concretezza dell’azione sociale nasce dalla messa in comune di sinergie e risorse provenienti da enti eterogenei: soggetti privati come una banca, organizzazioni del terzo settore, realtà profit e non profit come la Fondazione, e istituzioni pubbliche, in questo caso la Regione Lombardia. Questa è la formula che rende davvero concrete ed efficaci le azioni sociali”, ha concluso Forghieri.

 

L’intervista di Affaritaliani a Sergio Urbani, Direttore Generale e CEOdi Fondazione Cariplo

Sergio Urbani, Direttore Generale e CEOdi Fondazione Cariplo, ha dichiarato ai microfoni di Affaritaliani: “I Neet in Lombardia sono circa 150.000, pari a circa il 15% dei giovani tra i 15 e i 29 anni: un problema di portata generazionale. Sono così numerosi da avere anche un impatto economico significativo, pari ad almeno un punto percentuale del PIL nazionale”.

Noi ci occupiamo di questo tema da anni. Sono ragazzi straordinari, ma spesso fragili: alla prima difficoltà perdono fiducia in sé stessi e smettono di costruire un progetto di vita, di futuro e di lavoro. Per questo cerchiamo di intercettarli, comprenderne le condizioni e creare per loro le migliori opportunità affinché possano rientrare in un percorso formativo o entrare nel mondo del lavoro, trovando però ambienti sensibili e accoglienti”, ha raccontato Urbani.

Siamo fiduciosi rispetto a un progetto di questa portata: le dimensioni contano, fanno massa critica e aiutano a costruire alleanze. Crediamo di poter raggiungere in anticipo gli obiettivi che l’Unione Europea ha fissato per il 2030. La nostra ambizione è portarci avanti e fare in modo che almeno 20.000 giovani possano tornare a intraprendere un percorso pieno di futuro, di vita e di lavoro”, ha poi concluso Urbani.