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Intesa Sanpaolo, segnali positivi dall’analisi degli indici di fiducia

La Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo commenta i risultati Istat degli indici di fiducia di aprile

Intesa Sanpaolo ha rilasciato il commento di Paolo Mameli, senior economist Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, sugli indici di fiducia diffusi stamane dall'Istat. Il documento trasmesso dal Gruppo così riporta:

I dati sulla fiducia di famiglie e imprese comunicati dall’Istat e relativi al mese di aprile sono stati migliori del previsto: tutti i principali indicatori hanno mostrato un miglioramento rispetto al mese di marzo (particolarmente ampio per la fiducia delle aziende nel settore del commercio al dettaglio e nel manifatturiero). La principale ragione è da ricercarsi in un primo allentamento del grado di restrizione su mobilità e attività economiche, già sceso ai minimi da quando è stata introdotta la classificazione delle regioni per livelli di rischio (dallo scorso novembre), e atteso ridursi ulteriormente nelle prossime settimane.

Dopo il calo di marzo, la fiducia dei consumatori è tornata a salire ad aprile, a 102,3 da 100,9 del mese precedente. Il dato è più forte delle attese e riporta l’indice ai massimi dallo scorso settembre. Il miglioramento è trainato dalle aspettative: mentre i giudizi sulla situazione economica dell’Italia hanno toccato un nuovo minimo storico, le attese sono salite ai massimi da giugno del 2018. Sono migliorate significativamente anche le aspettative sulla situazione economica delle famiglie, mentre le preoccupazioni sulla disoccupazione sono diminuite solo marginalmente.

L'indice composito Istat sulla fiducia delle imprese è aumentato per il quinto mese consecutivo, a 97,3 da un precedente 94,2 (rivisto da 93,9 della prima stima), tornando a livelli mai visti dallo scoppio del Covid. Tutti i principali macrosettori hanno registrato un miglioramento, particolarmente forte per il commercio al dettaglio e per il settore manifatturiero. Il livello del morale è massimo nell’edilizia (148,5, nuovo record da aprile del 2003) e minimo nei servizi (87,1, comunque ai massimi dallo scorso ottobre).

Nel settore manifatturiero, la fiducia delle imprese è aumentata più del previsto a 105,4 da 101,9 di marzo (rivisto da una stima preliminare a 101,2): si tratta di un nuovo record da settembre del 2018. Sono migliorate tutte le componenti principali dell’indagine, in particolare le aspettative su ordini, produzione, economia, occupazione e prezzi di vendita.

In sintesi, la tornata di indagini di fiducia di aprile è stata migliore del previsto, e il recupero del morale di famiglie e aziende potrebbe continuare a maggio sulla scia del graduale allentamento delle restrizioni anti-Covid. Ciò, accanto all’intensificazione in corso della campagna vaccinale, è coerente con la nostra stima di un ritorno in positivo della crescita del PIL nel secondo trimestre (dopo un’attività economica che stimiamo all’incirca stagnante nei primi tre mesi dell’anno), e fa sperare in una accelerazione potenzialmente significativa del tasso di crescita del PIL a partire dal terzo trimestre.

I rischi sulla nostra stima di crescita del PIL italiano quest’anno (3,7%), che giudicavamo in passato come orientati al ribasso, appaiono oggi bilanciati (e non è escluso che possano emergere rischi al rialzo nelle prossime settimane). Guardando al medio-lungo termine, il rafforzamento del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che è stato “potenziato” con l’utilizzo di risorse nazionali sino a un totale di 235 miliardi con orizzonte al 2026 e 248 miliardi considerando opere da realizzare entro il 2032, suggerisce che il PIL italiano possa crescere ad un ritmo superiore al potenziale per diversi anni.

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