TIM racconta il riscatto della popolazione emiliano-romagnola dopo l'alluvione
Danese (Gruppo TIM): "Con le competenze e tutti i mezzi a disposizione ci siamo impegnati nel supportare l’Emilia-Romagna per un rapido ritorno alla normalità"
TIM, la mostra fotografica "Riconnessioni" racconta la solidarietà e l'impegno della popolazione dell'Emilia-Romagna colpita dall'alluvione
Il lavoro senza sosta degli oltre 900 tecnici TIM che hanno riconnesso nel più breve tempo possibile le persone e i territori dell’Emilia-Romagna sconvolta dall’alluvione. Ma anche il dramma della vita reale immersa in acqua e fango a cui rimediare velocemente per riconnettersi al flusso della vita normale e ripartire, giorno dopo giorno, dopo un evento naturale avverso, improvviso e imprevedibile. Sono questi i temi chiave di ‘Riconnessioni’, la mostra fotografica di Rosa Mariniello che TIM presenta negli spazi della Fiera di Rimini in occasione del Meeting dell'Amicizia fra i popoli 2023. Oltre cento foto di persone e luoghi per non dimenticare ed esprimere la massima solidarietà alla popolazione colpita.
Storie di coraggio e di tenacia nella frenesia di mezzi e persone munite di secchi e vanghe, sporchi di fango da testa a piedi per ripristinare i collegamenti internet e telefonici, ancora più fondamentali quando si tratta di mantenere il contatto con i propri cari in situazioni limite di isolamento. Con oltre 500 automezzi, 70 furgoni attrezzati e 20 mezzi dotati di stazioni radio e centrali mobili con generatori elettrici di emergenza, TIM ha portato soccorso nelle zone colpite dall’alluvione. Laddove le frane hanno danneggiato i cavi in fibra ottica, impedendo l’accesso agli automezzi di soccorso, è stato necessario raggiungere le zone di intervento in elicottero. Sono stati, invece, attivati ponti radio nelle zone in cui le frane hanno completamente distrutto i cavi.
Le immagini da reportage si trasformano in riproduzioni ferme di una realtà pietrificata che si fa scultura. Lungo i bordi delle strade, una infinità di oggetti come montagne di rifiuti, che siano giocattoli, suppellettili, libri, circuiti digitali che veicolano il virtuale. Nei campi, coltivazioni in parte ancora invase dall’acqua o soffocate dal fango depositatosi. Muri come tele su cui ridipingere una nuova storia, dove la consapevolezza della preservazione dell’ambiente, tanto necessaria quanto indispensabile, si fa ragione di vita.
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