Ocse alla Bce: allarme deflazione. Ma Draghi deve domare la fronda
Mentre il consiglio della Bce si riunisce per affrontare lo spinoso dema degli acquisti di bond sovrani come forma di quantitative easing, l'Ocse chiede proprio l'intervento dell'Eurotower di Mario Draghi per aiutare l'Europa a sottrarsi dalla terribile spirale della stragnazione e della deflazione.
Nonostante alcuni dei Paesi membri stiano "cominciando a risalire la china", nel suo insieme "la zona euro sta rallentando fino a fermarsi e rappresenta un rischio rilevante per la crescita mondiale, con la disoccupazione che resta alta e l'inflazione persistentemente lontana dall'obiettivo", denuncia l'organizzazione di Parigi che chiama direttamente in causa la Bce, quando dice che dovrebbe avviare un programma di "quantitative easing", seguendo l'esempio di Usa e Giappone, per allontanare lo spettro della deflazione, comprando anche titoli di Stato.
Nel testo si legge: "Alla luce di un'economia debolissima e del rischio di deflazione, la Bce dovrebbe espandere il suo sostegno monetario oltre le misure già annunciate. Ciò dovrebbe includere un impegno a un acquisto consistente di attività finchè l'inflazione non sarà tornata nei ranghi". Secondo l'organizzazione di Parigi, "ulteriori acquisti di attività potrebbero includere obbligazioni garantite da mutui con bassi rating, corporate bond e titoli di Stato".
Il mercato seguirà con maggiore attenzione la conferenza stampa di Draghi, sia per le sue considerazioni sull'economia europea, visto che anche la Germania rallenta, sia per i suoi eventuali commenti alle indiscrezioni sulle profonde divisioni interne al board di Eurotower e sulla fronda interna che lo contrasterebbe.
È opinione diffusa fra i commentatori che dentro la Bce si stia consumando il conflitto più violento della storia dell'istituzione. La minoranza di dissidenti, raccolta attorno al tedesco Jens Weidmann, rivela Reuters, è pronta ad esprimere in Consiglio direttivo il malumore per il modo poco consensuale in cui Mario Draghi guida la banca. Nel mirino la politica anti-deflazione del governatore europeo e l'opposizione contro l'idea di Draghi che il bilancio della Bce debba crescere dai 2 mila miliardi di oggi fino a 2.700 miliardi.
L'Ocse ha rilasciato previsioni peggiorative sia rispetto al governo che rispetto alla Ue. Il Pil dell'Italia crescerà dello 0,2% nel 2015 (contro il +0,6% scontato dalla Legge di Stabilità) e dell'1% nel 2016 (in linea). Questi numeri collocano il nostro Paese, nonostante il lieve miglioramento rispetto al +0,1% di settembre, in fondo alla classifica per l'anno prossimo, davanti alla sola Russia, ferma a zero.
Per l'area Euro, si confermano le stime di settembre a +1,1% per il Pil 2015, mentre si prevede +1,7% nel 2016. In Eurolandia la crescita ha rallentato il passo, spiega l'organizzazione di Parigi, in quanto "la debolezza di Germania, Francia e Italia ha annullato i miglioramenti nei paesi periferici e l'inflazione è continuata a calare". Quanto a Usa e Cina, l'Ocse stima un progresso rispettivamente del 3,1% (come a settembre) e del 7,1% quest'anno (dal precedente +7,3%) e del 3% e del 6,9% nel 2016. Si tratta di dati anticipati (il report definitivo è in uscita il 25 novembre) in vista del G20 del 15 e 16 novembre, in Australia.