Tlc, Open Fiber risponde all'attacco di Grillo: "È male informato"
La risposta della società partecipata da Enel e Cdp alle accuse del fondatore del M5S
La risposta di Open Fiber alle dichiarazioni di Beppe Grillo
Dopo l'attacco di Beppe Grillo nei confronti di Open Fiber, arriva la risposta della società partecipata da Enel e Cdp.
"Beppe Grillo ha scritto, auspicando la nascita di una rete unica nazionale, che saremmo di fronte al “completo fallimento dell’esperimento Open Fiber”, si legge in una nota stampa diramata dall'azienda. "Ci sembra chiaro che è stato male informato. Se davvero si trattasse di un progetto fallimentare, Open Fiber non incasserebbe una dietro l’altra partnership di peso (Vodafone, Windtre, Fastweb, Tiscali, Sky, Orange, solo per citarne alcune) con soggetti di grandissimo livello sia nazionale, sia internazionale che scelgono di puntare sulla sua rete Ftth (Fiber To The Home) di ultima generazione. E ancora, se davvero fosse 'fallimentare', perché questo evidente interesse di aziende e di grandi fondi infrastrutturali ad investire nel progetto o ad acquisirlo a caro prezzo? Forse perché invece in meno di tre anni ha coperto un terzo del Paese diventando la terza rete in fibra ottica in Europa con 8,6 milioni di unità immobiliari già cablate ed un piano di risorse per portarla, con questo passo, ad oltre 20 milioni di case in tre anni. Un progetto alla cui costruzione lavorano oggi oltre 10 mila persone".
Nella nota, Open Fiber accusa lo scritto di Grillo di essere portatore di fake news: "Open Fiber non fa concorrenza a 'tutti gli operatori tradizionali', ma solo a Tim. Tutti gli altri operatori hanno invece tratto beneficio dall’accresciuta concorrenza del mercato: negli ultimi mesi hanno infatti espresso ripetutamente giudizi positivi su Open Fiber e hanno annunciato che contrasteranno un ritorno a un monopolio verticalmente integrato con tutti gli strumenti a loro disposizione".
"I soldi pubblici vengono versati a OF solo a stati di avanzamento, e dunque per le infrastrutture effettivamente costruite e per le quali OF investe anche risorse proprie", si legge nella nota. "OF ha vinto tutte le gare pubbliche perché il suo progetto è stato giudicato il migliore, ha una quota di fibra più elevata e impiega meno soldi pubblici dei progetti respinti".
"Ci sono ritardi sullo sviluppo nelle aree bianche, prive di connettività a causa di decenni di mancati investimenti. È vero, ritardi in parte derivanti dalla guerra legale avviata da Tim al progetto e da una burocrazia che blocca qualsiasi iniziativa sul territorio. Ma alla fine 2022 il 92% delle Unità immobiliari previste dal grande piano BUL sarà connesso, con una coda nel 2023 per l’8% delle Unità Immobiliari residue. In questo modo l’Italia vedrà realizzata - in circa 4 anni dall’avvio dei cantieri nelle aree C e D (metà 2018) una nuova rete nazionale e pubblica in fibra ottica".
"C’è ancora tanto da fare, certamente - conclude la nota -. Ma non c’è dubbio che quello di Open Fiber sia un progetto strategico che, se non supportato, vorremmo almeno non fosse denigrato. L’obiettivo della realizzazione di una rete interamente in Fibra ottica per tutti gli italiani è troppo importante e complesso per essere alimentato a colpi di fake news".
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